lunedì 26 settembre 2016

Le Storie 48-Notturno Newyorkese






 Un proiettile che illumina la notte in un acuto di sax contralto, sfrigolando come una sigaretta posta in uno shot ancora umido. Tessuto cerebrale che urla per quel calore assassino, aprendosi e squarciandosi come l'imene di una vergine partoriente.
 Ecco cosa è Jake Russell, un'Atena disarmata e melanconica nella NY degli anni '30, nata tre anni prima in uno squallido vicolo della metropoli corrotta.




 Nessun ricordo. Solo la ricevuta di una stanza in uno squallido hotel, arredata da una remington che ti sfida con l'ironica speranza di creare una storia con cui riempire non solo il tuo vuoto, ma anche quello esistenziale di altri uomini.
 Qualcosa però sboccia, come un riflesso di vita nel bicromatismo liquido del sangue e del whisky.




Altri personaggi non hanno bisogno di indizzi e reminiscenze. Loro sanno cosa vogliono!




Jake Russell, con quel manoscritto asettico su cui campeggia il titolo The Loser, è come se si portasse dietro la propria lapide. Una lapide scolpita da un blues invisibile ma già scritto.




Il loro continuo affacciarsi, come per sfuggire alla claustofobia in cui si sono rintanati. Uno scrutare la moltitudine di carne e dolore per non volgere lo sguardo alla propria decomposizione. Non serve a nulla guardare al di fuori della propria stanza. Del proprio mondo. L'aria resta viziata e le membra corrotte.




Marolla, con la maestria di un diabolico croupier, compone un mosaico di specchi vivi, in grado di divorarsi tra loro e rapire il nostro sguardo per poi investirci con una superfice ancora più splendente e tagliente, sorta improvvisamente da quell'orgia di riflessi magici.
 Avogadro imprime questa storia nella carta, fondendo celluloide e tela. Plasmando corpi cavi che paiono scolpiti da Guttusi interiori.





3 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Il buon Marolla è sempre una sicurezza.

Federica Leonardi ha detto...

Si è rivelata una lettura piacevole per molti aspetti, e quell'ansia del protagonista di portarsi sempre appresso il manoscritto, la paura di perderlo, quella di vederlo distrutto è un qualcosa che me l'ha fatto subito entrare in simpatia. Mettiamoci anche la citazione di Angel Heart, una piccola chicca ;)

Ivano Satos ha detto...

@Nick Il suo nome dovrebbe essere marchiato a fuoco su ogni sua opera, come marchio di originalità e purezza ;)

@Federica Quel feticcio ha una carica empatica fortissima.
Quella di Angel Heart è una chicca che riesce a spiazzarti completamente :)