In questo
post della serie "Nazisti... io la odio questa gente!", ho
deciso di ospitare quelle opere di Alessandro
Girola, in cui risultano presenti pittoreschi personaggi
uncinati. Il prolifico autore ha infatti generato alcune novelette,
ove il nazismo riprende quella funzionalità pulposa tanto sfruttata
dagli scittori del passato, ma caduta ormai nel dimenticatoio in
funzione di utilizzi spesso più ipocriti e meno creativi.
Prima
di sorseggiare queste opere, penso che sia necessario presentarvi due
dei tre personaggi ospitati, ossia Sibir e Maciste. Prima di tutto
però voglio precisare che le novelette di cui parleremo possono
essere lette singolarmente, pur se facenti parte di un progetto più
esteso.
Sibir
è un personaggio del progetto di scrittura “Due Minuti a
Mezzanotte” (2MM), ove la Teleforce, un'energia misteriosa studiata
da Tesla, irradia, a causa di un incidente avvenuto nel 1973 a carico
delle centrali industriali Salazar, alcune centinai di persone,
dotandole di poteri superumani. Tra questi vi è Sibir, protettrice
del Cremlino. Per tutto il periodo natalizio sarà in offerta "Sibir
- La Trilogia", qui
ne parla l'autore, dove sono inclusi quattro racconti nati dallo
scenario supereroistico “Due Minuti a Mezzanotte”, più una ghost
track. Preciso che la novelette trattata in questo post non è
compresa in questa raccolta, ma è acquistabile separatamente.
Maciste
è invece un personaggio di 2MM-Darkest, versione più cupa e
perversa ideata da Germano M., scrittore,
blogger
e editor.
Ecco come il Girola presenta il personaggio: "Maciste è
l’eroe che viaggia attraverso il tempo, ridestato da forze
misteriose, oltre le porte di Morfeo, quando qualche innocente viene
minacciato da preponderanti presenze maligne. Questo è ciò che gli
è stato rivelato dalla Pizia di Delfi. Questo è il suo destino.
Una saga di racconti di genere sword and sandal, con puntate nella
fantascienza e nel pulp. Maciste, l’eroe del peplum italiano,
rivive in una serie di avventure attraverso i secoli, portando
giustizia laddove il Male prevale."
Preparate
il boccale di birra perche il viaggio tra i crucchi malefici ha
inizio!
Sibir: the Zombie Cossacks. Una folla-marea invade ormai Maidan Nezalezhnosti, la piazza centrale di Kiev. La libertà dalla Russia è il desiderio che nutre il popolo, stanco ormai della claustrofobica influenza di Mosca. Libertà raggiungibile attraverso un referendum, come vorrebbe il Movimento Arancione, vicino all'Unione Europea, o attraverso la rivoluzione, come vorrebbe il Congresso dei Nazionalisti Ucraini.
Non tutti però auspicano l'indipendenza dell'Ucraina. La Grande Madre Russia sa essere temibile, ma anche amorevole con i suoi fedeli accoliti, come sanno bene Aleksandr Lukašenko e Viktor Janukovyč. Putin non può comunque contare solo sui suoi fidi alleati. L'Ucraina, cuscinetto tra la Russia e la sempre più invadente Unione Europea, è il miglior ammortizzatore geopolitico possibile. Per difenderlo, Putin ha inviato a Kiev Sibir.
Improvvisamente la protesta muta. Nuove forze cominciano a muoversi. A schierarsi. Uomini a cavallo, con indosso le divise delle SS, cominciano a fendere una folla terrorizzata. La loro pelle è arida, tesa su corpi scheletrici. Corpi che durante la guerra Patriottica si schierarono con Hitler.
La ferocia dei cosacchi si fonde con la mitologia slava e fantascienza supereroistica, generando un paesaggio di crudeltà alienante che si trasforma in un'arena surreale, dove sovrumani si affrontano in un conflitto dal cui esito dipenderà la sorte di un intero continente.
La ferocia dei cosacchi si fonde con la mitologia slava e fantascienza supereroistica, generando un paesaggio di crudeltà alienante che si trasforma in un'arena surreale, dove sovrumani si affrontano in un conflitto dal cui esito dipenderà la sorte di un intero continente.
by Comic Misconceptions |
Maciste contro Thor . Stalingrado (URSS), novembre 1942. Maciste si desta nuovamente in un tempo non suo. Macerie, rovine, rottami, corpi squarciati e corpi che avanzano inesorabili, nelle loro divise nere.
Gli Oneiroi hanno risvegliato l'erculeo eroe in un inferno di morte e distruzione. In questa terra bruciata, Maciste, indossata la divisa di un soldato sovietico ormai morto, muove i suoi passi verso l'incognita di una nuova avventura.
Egli viene accolto da un plotone di disperati, rifugiatasi in un edificio traforato dall'attacco dei panzer tedeschi, che lo identifica come un sergente anziano. Maciste, grazie a quella voce chiaroveggente che lo assiste come una sorgente interna, riesce a far passare inosservato il suo stupore innanzi agli eventi tragici, merito anche del suo russo impeccabile. Come sempre avviene nelle sue avventure, Maciste si scopre capace di parlare la lingua tipica del luogo e del tempo in cui gli Oneiroi lo hanno condotto.
I soldati, incontrati dall'eroe, erano stati inviati, su ordine del NKVD, a contrastare il passaggio da Stalingrado della Wunderwaffe tedesca, un'arma segreta diretta verso il Volga. Un'arma maestosa, barbuta e possente. Un'arma in grado di trasformarsi in fulmine!
Il Girola inserisce, in quella marea attrattiva che è la fusione tra nazismo, fantascienza e occultismo, una montagna di muscoli espandibile, capace di comprimere, in contrazioni miogeniche, il piombo e la folgore. Una montagna di muscoli che urla la potenza e la forza della civiltà classica, dominatrice su una mandria di selvaggi boscaioli tamponati al muschio e lichene.
Mentre l'editoria clonante martella, come un Thor tonerante, copie infinite di anellidi e mezzi uomini, Alessandro Girola pone onore sull'ara sacra dell'italica creatività, facendo risorgere un Eroe e un Genere dimenticati. Egli trascina il lettore, facendolo navigare in uno Stige ribollente, tra saette improvvise di puro genio.
Aquila di Sangue. Corabao (Paraguay), 16 marzo 1970. Come ci insegna Mister NO, nei bar malfamati dei villaggi che sopravvivono accanto alla foresta amazzonica, si possono fare sempre incontri interessanti. Specialmente se si lavora come guida.
Pellegrino, ex soldato italiano delle sabbie di El-Alamein, ha proprio il compito di scarrozzare industriali e ricchi eccentrici tra i pericoli dell'inferno verde. Quel giorno, l'ingresso del bar Tolo viene varcato da una comitiva costituita da sei personaggi particolari, il cui aroma crautale risulta ben riconoscibile. Così come risulta ben manifesto il passato nazista di Herr Loessner, il settantenne elegante a cui i cinque crucchi fanno da gorilla.
In una storia tropical non può di certo mancare la bella, qui ottimamente rappresentata da Patricia Castillo, una nota medium di Buenos Aires. Che diavolo centra una medium?
Semplice. L'ex lupetto del Fuhrer è alla ricerca di Morten Jarstein, un norvegese che viaggiava, nel lontano 1945, su un aereo sperimentale precipitato mentre sorvolava l'Amazzonia. Proprio grazie alla medium, Herr Loessner può sperare di recuperare il camerata scomparso.
Secondo l'ex nazista, Pellegrino è la persona ideale per guidarli all'interno della foresta, grazie al suo passato nell'esercito del Duce e all'aderenza all'ideologia del littorio. Nulla di più sbagliato. La guida di Corabao si è liberato della divisa e di quella fiamma irrazionale, e questa sua purificazione è ben rappresentata dall'amicizia con Zezé, l'ascaro etiope con cui ha diviso il rocambolesco viaggio dal continente nero a quello verde.
Viaggio compiuto anche da altri membri dell'Asse, individui speranzosi di fecondare quella terra vergine con il seme della follia e dell'odio. Un seme in grado di far germogliare gli incubi dell'intera specie umana.
Gli Oneiroi hanno risvegliato l'erculeo eroe in un inferno di morte e distruzione. In questa terra bruciata, Maciste, indossata la divisa di un soldato sovietico ormai morto, muove i suoi passi verso l'incognita di una nuova avventura.
Egli viene accolto da un plotone di disperati, rifugiatasi in un edificio traforato dall'attacco dei panzer tedeschi, che lo identifica come un sergente anziano. Maciste, grazie a quella voce chiaroveggente che lo assiste come una sorgente interna, riesce a far passare inosservato il suo stupore innanzi agli eventi tragici, merito anche del suo russo impeccabile. Come sempre avviene nelle sue avventure, Maciste si scopre capace di parlare la lingua tipica del luogo e del tempo in cui gli Oneiroi lo hanno condotto.
I soldati, incontrati dall'eroe, erano stati inviati, su ordine del NKVD, a contrastare il passaggio da Stalingrado della Wunderwaffe tedesca, un'arma segreta diretta verso il Volga. Un'arma maestosa, barbuta e possente. Un'arma in grado di trasformarsi in fulmine!
Il Girola inserisce, in quella marea attrattiva che è la fusione tra nazismo, fantascienza e occultismo, una montagna di muscoli espandibile, capace di comprimere, in contrazioni miogeniche, il piombo e la folgore. Una montagna di muscoli che urla la potenza e la forza della civiltà classica, dominatrice su una mandria di selvaggi boscaioli tamponati al muschio e lichene.
Mentre l'editoria clonante martella, come un Thor tonerante, copie infinite di anellidi e mezzi uomini, Alessandro Girola pone onore sull'ara sacra dell'italica creatività, facendo risorgere un Eroe e un Genere dimenticati. Egli trascina il lettore, facendolo navigare in uno Stige ribollente, tra saette improvvise di puro genio.
Aquila di Sangue. Corabao (Paraguay), 16 marzo 1970. Come ci insegna Mister NO, nei bar malfamati dei villaggi che sopravvivono accanto alla foresta amazzonica, si possono fare sempre incontri interessanti. Specialmente se si lavora come guida.
Pellegrino, ex soldato italiano delle sabbie di El-Alamein, ha proprio il compito di scarrozzare industriali e ricchi eccentrici tra i pericoli dell'inferno verde. Quel giorno, l'ingresso del bar Tolo viene varcato da una comitiva costituita da sei personaggi particolari, il cui aroma crautale risulta ben riconoscibile. Così come risulta ben manifesto il passato nazista di Herr Loessner, il settantenne elegante a cui i cinque crucchi fanno da gorilla.
In una storia tropical non può di certo mancare la bella, qui ottimamente rappresentata da Patricia Castillo, una nota medium di Buenos Aires. Che diavolo centra una medium?
Semplice. L'ex lupetto del Fuhrer è alla ricerca di Morten Jarstein, un norvegese che viaggiava, nel lontano 1945, su un aereo sperimentale precipitato mentre sorvolava l'Amazzonia. Proprio grazie alla medium, Herr Loessner può sperare di recuperare il camerata scomparso.
Secondo l'ex nazista, Pellegrino è la persona ideale per guidarli all'interno della foresta, grazie al suo passato nell'esercito del Duce e all'aderenza all'ideologia del littorio. Nulla di più sbagliato. La guida di Corabao si è liberato della divisa e di quella fiamma irrazionale, e questa sua purificazione è ben rappresentata dall'amicizia con Zezé, l'ascaro etiope con cui ha diviso il rocambolesco viaggio dal continente nero a quello verde.
Viaggio compiuto anche da altri membri dell'Asse, individui speranzosi di fecondare quella terra vergine con il seme della follia e dell'odio. Un seme in grado di far germogliare gli incubi dell'intera specie umana.
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