lunedì 7 dicembre 2015

Satos Vs. Etruscus: "Uomini coccodrillo" (The Alligator People, 1959) di Roy Del Ruth






     Io e l'amico Lucius Etruscus ci siamo conosciuto grazie a "La notte dei risorti viventi", prima avventura della saga weird western risorgimentale dell'eroe Giona Sei-Colpi. Conoscenza nata anche grazie a un leggero contrasto, subito chiarito, riguardo al sublime sigaro toscano. Di altre divergenze parleremo ora...
 Leggendo alcuni articoli apparsi sul suo Zinefilo, regno indiscusso del cinema di serie Z, mi è capitato di imbattermi in stroncature di film che adoro. Ho deciso quindi di creare questa rubrica, che apparirà anche su Kentucky Mon Amour, in cui recensirò film che il mio amico ha massacrato, magari trovandomi, come è capitato spessissimo, in pieno accordo con Lucius.
 Una rubrica quindi di accordi&disaccordi cinefili, ma tra amici! Leggerete recensioni indipendenti dai punti espressi dall'Etruscus e non formulate come batterie tobruchiane. Oggi prenderemo in considerazione il massacro attuato nei confronti del film  "Uomini coccodrillo" di Roy Del Ruth (qui l'articolo disgrazieto).



     Il neurologo Wayne McGregor decide di conferire con un suo collega, il dottor Erik Lorimer, riguardo lo strano risultato ottenuto, durante una seduta di narco-ipnosi, con una infermiera che lavora nella clinica, la signorina Jane (Beverly Garland).
 L'infermiera ha svelato, durante lo stato di trance, di chiamarsi in realtà Joyce, di essere la signora Webster e altri particolari ben più strani. Decidono quindi di svolgere un'ulteriore seduta, a cui assisterà anche il dottor Lorimer. Ecco la sua storia sconvolgente:
 Joyce, infermiera militare, conosce il tenente Paul Webster (Richard Crane) in Corea. Lei e Paul decidono di sposarsi non appena avranno ottenuto il congedo.
 Dopo il matrimonio, i novelli sposi passano la prima notte di nozze in treno. Joyce quasi non riesce a credere di essere finalmente la signora Webster, soprattutto dopo la guarigione miracolosa che strappò Paul da una morte quasi certa a causa di una catastrofe aerea. Il ricordo di quell'episodio getta un'ombra sulla quiete dell'ex-tenente. Ombra che diviene ancora più tetra durante la lettura di un misterioso telegramma, che squarcia la felicità derivante dai biglietti di augurio ricevuti per il lieto evento. Paul, malgrado le numerose richieste di spiegazione da parte di Joyce, scende dal treno durante una sosta di servizio, al fine di effettuare un'importantissima telefonata. Non metterà più piede su quel treno.
 Nonostante le continue ricerche, avvenute a partire dalla fermata successiva a quella a cui scese Paul, Joyce non riesce ad ottenere alcuna informazione sul marito. Grazie a un distintivo, riesce a risalire all'Università Statale della Louisiana e da questa a un indirizzo, rilasciato al momento dell'iscrizione. Ella si reca quindi a  Bayou Landing, una stazione secondaria tra le paludi della Louisiana. Aiutata da  Mannon (Lon Chaney Jr.), un uomo che si trova alla stazione per ritirare un pacco, riesce a raggiungere la tenuta "Cypresses". Il viaggio, all'interno della palude, apre un mondo selvaggio innanzi agli occhi di Joyce. E' come se il furgone di  Mannon fosse stato ingoiato da delle viscere muschiose popolate da creature ostili e orrende.  Mannon ne è l'esempio lampante, visto che la sua mano, sostituita da un gancio, è stata divorata da un'alligatore.




 La tenuta "Cypresses" non risulta più accogliente delle paludi della Louisiana. La proprietaria, Lavinia Hawthorne, non è certamente felice di addossarsi i problemi di un'estranea sposata con un'altro estraneo, visto che lei non ha alcun grado di parentela con Paul. La signora Hawthorne è comunque costretta a ospitare l'intrusa, poiché il prossimo treno partirà la mattina seguente. L'ospitalità prevede comunque l'obbligo di non lasciare la propria camera per nessun motivo.
 Riuscita a fuggire dalla sua stanza, Joyce viene quasi guidata dal suono di un piano. Un suono che la conduce a una consapevolezza sperata ma mai immaginata...




 "Uomini coccodrillo" si mostra inizialmente come un thriller caratterizzato dalla contenzione a carico di Joyce. Lei è prima in catalessi su di un lettino, per poi divenire prigioniera di quella gabbia su binari in cui si trasforma  improvvisamente il treno. Una prigione dalle cui sbarre vede il marito scomparire. Stesso dicasi della tenuta "Cypresses". Proprio come una palude appare quella casa per la mente di Joyce, sopraffatta dai dubbi e dall'incertezza in quella stanza claustrofobica. Una stanza incastonata nella sua ultima speranza.






 Tutto ciò è circondato dall'inferno della palude, dove  Mannon risulta dannato e traghettatore. Quell'Ade umido è come se lo avesse fagocitato ormai interamente, non limitandosi quindi a quel moncherino da lui tanto rimpianto. Egli è diventato parte della palude, ormai metabolizzato e integrato in essa come un'entità maligna. Il pirata di un oceano incagliato nell'entroterra.




 "Uomini coccodrillo", nonostante il basso budget, rappresenta un imperdibile B-movie che si inserisce nel filone dei film horror/scifi in cui la medicina cerca di "ricostruire". L'opera colpisce lo spettatore attraverso il senso di perdita e il dramma interiore, non con efferatezze varie che risultano assenti. La fotografia di Karl Struss è veramente splendida, specialmente nelle riprese in notturna della palude.
 L'immagine di Peter, con quella testa di alligatore un po' ridicola, fa perdere forse qualche punto al film, come sostiene Dottor Satana, ma rappresenta comunque una chicca bellissima.



4 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Sono commosso e onorato da questo "versus", che sarà mia cura pubblicizzare anche dal Zinefilo. Non vedo l'ora di leggere le tue "contro-recensioni": già questa di Alligator People è splendida ;-)

Nick Parisi. ha detto...

Mi sembra una gran bella iniziativa, è simpatico questo scambio di pareri, anzi questo "Vs" amichevole tra voi.
Riguardo ad Alligator People, beh....mi è venuta voglia di vederlo.

Gioacchino Di Maio ha detto...

Interessante sia l'iniziativa che questo film. D'altronde nel 1959 i giovani che il sabato sera affollavano i drive-in conoscevano poco gli effetti delle radiazioni e le mutazioni genetiche, magari non gli importava più di tanto, e si divertivano anche con una testa di coccodrillo finta.

Ivano Satos ha detto...

@Felicissimo che ti sia piaciuta la sorpresa Amicius!!! E' un'idea che avevo da un po' di tempo, finalmente sono riuscito ad attuarla ;)

@Nick Grazie Mille Nick!!! Attendiamo il tuo parere amico ;)

@Gioacchino Grazie Mille Gioacchino!!! In quel luogo l'iperfagia comprendeva il cibo spazzatura e i B-movie che venivano sfornati continuamente. Tra questi "Uomini coccodrillo" ha un posto d'onore ;)