In un'America ricoperta da neve e ghiaccio, Scully si muove grazie a un cingolato, cercando villaggi dove poter barattare la sua merce. A guardargli le spalle ci pensa Rahrah, un tasso addomesticato e protettivo come un san Bernardo.
Scully è un tipo duro ma simmetrico, necessita quindi di un altro guardaspalle. Grazie a Dio, durante un'aggressione, viene aiutato da Wynn, una ragazzina pelle e ossa che decide di unirsi a lui.
Dopo un'apocalisse, non tutti gli incontri risultano piacevoli. Catturati da alcuni mercanti di schiavi, vengono incatenati e condotti a una fattoria, dove l'ingegno umano permette la coltivazione e l'allevamento. Un luogo di certo non più sicuro di quella giungla ghiacciata che lo circonda.
Scully dovrà superare moltissime prove, per poter liberare se stesso e Wynn dalla morsa di egoismo e violenza che regna in quel luogo. Una morsa che stringeva anche il suo cuore, prima che incontrasse quella ragazza.Ora è diverso. Ora è pronto a fare fuoco e fiamme per lei
Il frequente passaggio da campi a piani permette di enfatizzare il senso di dispersione in quell'inferno bianco, che circonda le scene come un anfiteatro mortale, ma anche il contemporaneo effetto di costrizione, indotto dall'inadeguatezza ad usufruire di quegli spazi infiniti.
I volti, disegnati magnificamente da Jorge Zaffino, sembrano il frutto di studi lombrosiani, inerenti idrocefali e idioti, o calchi di intossicati affetti da risus sardonicus.
4 commenti:
La storia ricorda decine di post apocalittici, penso che anche a te ti saranno riecheggiati nomi come Cirio H. Santiago nel leggere la trama, o no?
Capisco cosa intendi Nick. Oggi il post apocalittico è come il western degli anni passati, ma come in questo, da uno standard comune si può sempre evolvere in qualcosa di originale e capace di emozionare. Come avviene anche nel jazz ;)
Sapevo ti sarebbe piaciuto ;-)
Sto provando a leggere le nuove storie che la IDW ha fatto scrivere allo stesso Dixon, ma 25 anni sono tanti e si sente l differenza, pur se il mitico Chuck rimane un grande. Curiosa la scelta di iniziare rielaborando la seconda storia (inedita all'epoca ma presente nell'albo che hai recensito) rendendola da autoconclusiva a seriale. Il Winterworld anni '80 rimane per me migliore ;-)
Mi è piaciuta moltissimo. Storia capace di avvolgerti completamente e disegni in cui affiora benissimo l'alienazione di quei volti. La serie ancora mi manca :)
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