lunedì 14 dicembre 2015

La Pupa e... l'Altro: Daniela Giordano in "La casa della paura" (1974) di William Rose






    Margaret Bradley (Daniela Giordano), appena uscita dal carcere, si reca dalla signora Grant, che le ha messo a disposizione una stanza nella sua pensione, grazie all'intercessione di Alicia Songbird (Rosalba Neri), l'assistente sociale che segue il caso di Margaret.              
 Nella stanza è presente una strana macchia rossa, quasi celata da un tappeto e quasi wildiana. Margaret riesce facilmente a cancellarla. Come se non bastasse, dopo essersi stesa sul letto, alcuni rumori e delle ombre inquietanti la costringono ad uscire dalla stanza. Convinta che siano solo i suoi nervi, Margaret prende un tè con la signora Grant, che la convince a prendere dei tranquillanti. Questa volta il suo sonno diviene ancora più agitato, ai rumori si uniscono infatti le allucinazioni.
 Nel frattempo, in un casolare di campagna si svolge una strana riunione. Mr. Dreese (Raf Vallone), importante esponente di un gruppo esoterico, decide di purificare i peccati del signor Johnson (Frank Latimore), un giornalista che aveva tentato di carpire alcune informazioni, attraverso l'intervento di uno strano personaggio di rosso mascherato.




 Al risveglio di quella strana nottata, Margaret decide di fare un giro nel parco insieme a Frank (Angelo Infanti), il figlio della signora Grant. Il fine è soprattutto quello di allontanarsi da quella stanza, dove la macchia rossastra riemerge sempre dal pavimento, come una palude ematica. L'essere trattata come una ex galeotta non giova al suo desiderio di pace.
 L'incontro con Jack Whitman (John Scanlon), che le confida i suoi sospetti sul suicidio di sua sorella, ospite della signora Grant, confermano le sue sensazioni riguardo quella strana dimora. Felice di poter condividere i suoi sospetti, Margaret decide di indagare sulle stranezze di quella casa, mentre Jack cerca di ricavare nuove informazioni da Charlie (Brad Harris), l'ex fidanzato della sorella e ora sposato con Claire (Dada Galotti).






L'alleanza indagatrice, tra il parente della vittima e la vittima potenziale, è un elemento ricorrente nel giallo/horror, soprattutto se erotico. La fotografia e la scenografia rendono interessanti alcune riprese in interno, elevando il film rispetto alle numerosissime opere di quel filone peduncolante. Il vero problema è il resto...
 Raf Vallone sembra la caricatura di se stesso, virando verso un sex appeal meroleggiante e una recitazione distratta dal desiderio di sapere se l'assegno ricevuto sia coperto o meno. Nulla può comunque competere con il misterioso uomo mascherato che sembra uscito da un BDSM tedesco degli anni '70/'80.




 Daniela Giordano vale la visione di tutti gli 85 minuti del film, con i suoi occhi da mandorle pralinate di sagra paesana sudista e quelle gambe da trampolini olimpici. Splendida risulta anche Rosalba Neri nella sua freddezza glaciale. Karin Schubert, che interpreta Maria, ha un aspetto più lolitico tirolese.




Dopo un inizio indagatore, il film sfocia in incontri camerateschi...




... e torture speleologiche.




 Le immagine pepane son più che altro flash satellitati da un po' di gore, ma la scazzottata finale, con Brad Harris/ariete, e la fuga del demone rosso sono scene imperdibili.




Sarebbe stupendo un prequel WIP de "La casa della paura". E' un peccato che non ci fosse all'epoca questa tendenza di prequeliare. Già l'immagine di Daniela Giordano, che esce dal carcere accompagnata da una pagnottella in divisa, ti fa essere consapevole dell'occasione mancata.




3 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Sembra una "cosa seria" ma certo l'uomo in maschera lascia perplessi! Sembra uno dei Supermen nostrani che proprio in quel periodo vivevano avventura in ogni angolo del mondo :-P
Stupenda segnalazione.

Nick Parisi. ha detto...

In alcune cose mi ricorda anche "La Bestia Uccide a Sangue Freddo" di Di Leo, la villa sembra la stessa, Rosalba Neri compare in entrambi i film ed anche il costume del cattivo sembra molto simile.
Combinazione o accavallamento di lavorazioni?

Ivano Satos ha detto...

@Lucius L'inizio ha proprio la capacità di distrarre, ma il maccheronico avanza a poco a poco. Il costume ne rappresenta l'apice ;) Grazie Mille Amico :)

@Nick La villa è infatti la stessa utilizzata nel fil di Di Leo. Grazie a Dio, Di Leo ha optato per un più sobrio costume nero, senza quello stile talare e scarlatto che sceglierà qualche anno dopo William Rose ;)