martedì 24 marzo 2015

Nicola Lombardi - La Cisterna







    Un cubo di cemento svetta sulla cisterna. Il nido per una nuova casta di eremiti Kapò. Il nido del custode della cisterna. Ma quella dei custodi non è una vera è propria casta. Non si nasce custodi. Per diventarlo bisogna vincere un concorso, proprio come ha fatto Giovanni Corte. Lui è il Custode di Cisterna del Campo 9.
 Le cisterne non sono altro che delle stazioni. Dei depuratori. In esse confluiscono gli eccessi. I di più. I non più uomini che "avevano perduto ogni diritto di esser parte del rinnovato tessuto sociale".
 In quella voragine di metallo si apre un inferno di corpi avvolti tra loro. Strati e strati di ex-uomini che si accumulano come ere geologiche. Spire che si affacciano nel nido del custode attraverso un monitor. Un flusso costante di 100/120 ospiti al mese. Dannati giudicati dagli uomini e dispersi in quell'inferno cilindrico e non conico.
 Il Nuovo Ordine Morale, una volta preso il potere, aveva interrotto quella tradizione buonista di visione sociologica delle pene e dei crimini. Basta con le carceri affollate e i doni per buona condotta. Con la sua strategia di eliminazione, con le sue cisterne compresse, il crimine aveva subito un calo del 60% nel giro di una decina di anni. Tutto grazie a quelle cisterne, anticamere dell'inferno eterno.

 Giovanni cercherà in tutti i modi di essere quel braccio ideale del NOM. Un semplice esecutore. Ma egli non può reprimere quelle sensazioni che sorgono spontaneamente. Egli cercherà di indirizzare i suoi pensieri al corretto svolgimento delle linee guida impresse nel protocollo. Cercherà di divenire il perfetto ingranaggio di un meccanismo spietato e complesso. L'efficenza sarà il vertice della sua nevrosi.
 La notte altri pensieri strisceranno lentamente verso la sua tremante branda. Altri suoni, discordanti dal ticchettio ritmico e ordinato degli oliati ingranaggi, strideranno sulle sue ossessioni diurne. Lentamente. Inesorabilmente. Mentre l'eco di quella borgia infernale attirerà sempre più la sua mente con la forza di un monolite ancestrale.
  Nicola Lombardi, gia nella descrizione, ci trasmette il disagio innanzi a questa creatura opprimente nella sua maestosità. Un involucro che sembra quasi minacciare lo spettatore. Uno di quei luoghi intrisi del male e della sofferenza. Qui, a differenza di altri luoghi terribili della storia, il male e la sofferenza sono vivi e respirano all'interno di essa. Respirano rendendo semipermeabile quella struttura in ferro e cemento. Permeabile alla percezione dello spettatore che rabbrividisce sotto la sua ombra gelida
 La cisterna diviene il simbolo della burocratizzazione dell'emotività. L'altare dell'olocausto ai danni dell'empatia. Un altare velato dai sussurri  della claustofobia e della paranoia.


Nicola Lombardi - La Cisterna 

Soundtrack Ideale:  Tim Hecker - The Ravedeath






Sempre della Dunwich Edizioni vi segnaliamo altre due opere già recensite dai Beati: Scritti Con Il Sangue , di Francesco G. Lugli, e  La Regola del santo e del peccatore Vol.III, di Mirko Giacchetti. Buona lettura!



 Francesco G. Lugli - Scritti Con Il Sangue

«Il sangue è più dolce del miele… e l'inchiostro non era abbastanza denso per gli orrori che Francesco G. Lugli voleva evocare.» (Andrea Carlo Cappi)

A volte ritornano, verrebbe da dire, citando il titolo di una celebre antologia del maestro Stephen King, ma in questo caso non se ne sono mai andati del tutto e non ci resta che rievocarli, magari con una seduta spiritica. Stiamo parlando di quei racconti horror capaci di appassionarci e spaventarci in gioventù e che ancora oggi sono fulgidi esempi di come anche la carta stampata possa provocare brividi lungo la schiena e notti insonni.
Fra le mani avete una raccolta tributo a quegli autori che hanno fatto la storia del mistero e del terrore. E così non sarà difficile scorgere riferimenti al sopraccitato Re del Maine o a Richard Matheson, ma anche a Philip K. Dick, Edgar Allan Poe, H.P. Lovecraft e tanti altri.
Una volta varcata la prima pagina vi troverete in mezzo a vampiri, zombi, demoni, alieni, esperimenti, maledizioni e abomini assortiti.
Storie a volte crudeli, spesso ciniche, quasi sempre spiazzanti. Racconti così non potevano che essere… scritti con il sangue.
Recensione Beati Lotofagi



Mentre Takeshi vola verso New York, John è braccato dalla polizia ma un uomo misterioso gli offre un aiuto inaspettato. Intanto il Diavolo si accorge che Xanadros ha commesso qualche piccola imprecisione nello svolgere il compito affidatogli.
Messo alle strette, padre Andrea è costretto a leggere il libro.
Dal passato emergono frammenti della vita dei due protagonisti. 
Recensione Beati Lotofagi
















2 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

La Dunwich sta pubblicando diverse cose interessanti. Io credo che a breve recensirò Ragni di Vastano e l'antologia Ritorno a Dunwich.

Ivano Satos ha detto...

Verissimo Nick, la Dunwich sforna spesso opere bellissime. Io sto leggendo sia "Ritorno a Dunwich" sia "Morte a 666 giri". Vado a rilento perché le raccolte, anche se interessantissime, tendo sempre a leggerle in maniera smembrata. Il racconto di Mirko Giacchetti che apre "Ritorno a Dunwich", "L'insostenibile leggerezza del caos", è veramente spettacolare ;)