venerdì 6 febbraio 2015

"Juan of the Dead" o "Juan de los Muertos"






    Vi sono zone nell'italica penisola in cui il soddisfacimento dei bisogni essenziali risulta un'utopia. In queste giungle di lassismo si ergon "eroi" il cui lavoro consiste nel tappar le falle dello stato assenteista.
 La colpa di queste lacune vien data una volta ai Savoia, ai Borboni, a Garibaldi, ai Tedeschi, ai Comunisti, agli immigrati, ai trans, ai massoni, alle scie chimiche, ecc... Un po' come a Cuba. Ma nella caraibica isola son più coerenti di noi e la colpa vien sempre data ai dissidenti.
 I dissidenti sono il grande male cubano ed è loro la responsabilità anche quando Mario, il presidente del Comitato per la Difesa della Rivoluzione, comincia ad azzannare come un cane idrofobo tutti i partecipanti alla riunione.
 Il virus zombesco è ormai diffuso e diversi "disordini" si verificano nell'isola a causa dei soliti dissidenti pagati dagli Stati Uniti d'America.






 Proprio in questi momenti si ergono gli eroi. I factotum. Chi meglio di Juan può assolvere a questa nuova incombenza nel paradiso del socialismo reale?
 Juan è sempre in coppia con il suo amico Lazaro e i loro dialoghi ci fanno comprendere la natura dell'eroe. Ogni volta che Lazaro gli chiede se abbia mai pensato di raggiunger Miami remando, Juan gli risponde <<Perché? Qui ho un lavoro da fare...Inoltre sono un osso duro>>. Juan è veramente un duro. Ha resistito a Mariel, alla guerra in Angola e al "Periodo speciale" post-crollo dell'Urss. 
 Tutti i dialoghi tra lui e Lazaro risultano illuminanti. Juan ha una risposta per tutto, e a ogni sua risposta segue sempre una pausa atta a darci il tempo di riflettere e meditare. Quando Lazaro gli chiede informazioni su Sara, una vicina ultrasexy, lui rispode <<E' una blogger, una di quelli che scrivono cose senza senso su internet.>> ...
 La sua specializzazione ad ammazza "dissidenti" si realizza grazie ad una chiamata da parte dell'anziana Yiya. Il suo vecchio marito paralitico ha tirato le cuoia, anche se improvvisamente torna non solo a respirare ma anche a camminare. <<Di certo non è un dissidente>>  ma allora che cos'è? Un vampiro? Un lupo mannaro? Un posseduto? Dopo aver effettuato tutti i test ammazzamostri, Juan e i suoi amici capiscono che devono rompere quella testa dura. La prova sul campo di tutte le leggende nere è tra le scene più spassose.




 Una volta imparato il metodo, il passo dal singolo evento alla monopolizzazione del servizio risulta particolarmente breve. Soprattutto con l'aumento degli incidenti provocati dai "dissidenti antisociali in collusione con l'impero"...

Dialoghi, dialoghi e perle di saggezza:<<Siamo davanti a una crisi, è possiamo fare solo una cosa>> <<Aiutarli?>> <<No. Farci Pagare!>>
<<Da quel che ne sappiamo, questa gente non la si ferma. Vogliono mangiare, come durante il Periodo Speciale. Solo che non si limitano ai soli gatti>>.
 Proprio l'aumento degli incidenti porta ad aumentar il numero della squadra di eliminatori. A Juan, Lazaro e a suo figlio si uniscono la China, omossessuale intrallazzatore, e il suo guradiaspalle, una montagna di muscoli neri che sviene alla vista del sangue e combatte quindi bendato. Il telefono non smetterà di squillare.






 Il film, pieno di citazioni da Dawn of the Dead a Zombie 2, è una stupenda satira nei confronti non solo del regime ma anche di quei cubani che sono attaccati a questo sistema come comiche sanguisughe, pur esaltando una democrazia che li costringerebbe a vivere e lavorare seriamente. La dittatura è vista come il grande puparo che cerca di celare ogni problema per poi, una volta scoppiato il caso pubblico, indossare la maschera della vittima e sbraitare contro i dissidenti e gli antisociali.
 Il muscoloso guardiaspalle di China non è lì solo per stuzzicar imeni amanti delle miofibre ipertrofiche ma cucciolose. A Cuba la discriminazione verso le persone di colore è fortissima ed il potere è in mano ad una casta di ispanici. i neri sono bei figuranti da esporre nelle fotografie in atteggiamenti tropical e swingosi. Il suo esser cane da guardia intontito di China, omosessuale e quindi anch'essa vista in maniera distorta dal regime, è un gioco grottesco sull'assurdità di una nazione che col socialismo reale dice di aver emancipato i discriminati.
 Ma l'opera gioca anche con il mito del cubano brevettatore di surrogati. Nei film e nelle serie vediamo ammazza zombie efficienti come soldati israeliani o decerebrati ma attrezzati come i contractors cowboy che hanno trivellato l'Iraq in stile Tackleberry cocainomane. In "Juan de los Muertos" i metodi utilizzati sono creativi come degli studenti in cucina posseduti dalla fame chimica. Antenne, fionde, fiocine, remi ed altro ancora. Tutto per penetrar la noce del capo.
 Il mito del cubano creatore di surrogati perfetti viene esaltato dalla stessa troupe del film. Un'opera fatta con un budget bassissimo, improvvisandosi artigiani e, soprattutto, fatta da giovani. Giovani in una Cuba in cui i dinosauri si tramandano il potere come se la senilità fosse una dote indispensabile alla sopravvivenza dell'ultimo dinosauro socialista.







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