lunedì 27 luglio 2015

La Pupa e... l'Altro: Eva Grimaldi in "La monaca nel peccato" di Joe D'Amato




     Il film si apre con una barocca divaricata gemente. La pudica Susanna (Eva Grimaldi) è violata su tavolata dal padre infoiato. La madre, giunta in tale luogo e in tal momento, decide di chiuderla in convento.
 La vestizione liturgica risulta carnale nella sua epifania su compiaciuti sguardi superiori. Al termine di essa, Suor Susanna viene condotta nella sua cella, sotto lo sguardo ostile di Suor Teresa.
 La languida preghiera di Suor Susanna viene interrotta dall'arrivo della Madre Superiore che, denudatala, la mette a letto. Suor Teresa, nascosta fuori dalla cella, capisce che i suoi timori non erano l'infondato frutto dell'eccessiva gelosia per la Madre Superiore.
 Il giorno dopo Suor Susanna viene presentata a Don Morel, lo sguardo tra i due preannuncia liriche e salmi a doppia sponda, con e senza birilli.
 Tra le sorelle vi è un rapporto molto goliardico, da caserma oserei dire. Oggetto di derisione risulta Suor Agata, la cui debolezza è rappresentata da Lazzareno. Nel convento si muove infatti, torsolo denudato, un fusto orfanello muto addetto al secchio d'acqua.
 La passione è tale che la suora è afflitta da allucinazioni. Perfino la bronzea statua le appare con le fattezze dell'orfanello, il quale si presenta come mimo di corso. La trasformazione di Suor Angela in Pigmaliona non passa inosservata...





 L'arte clavicembala di Suor Susanna diviene l'attrazione per le sorelle del convento, soprattutto per la Madre che, mandate via le altre capinere, tenta di approfittare della fanciulla. Un attacco tisico scoperchia la pentola diabolica e la Madre deve ritirarsi nella sua stanza per poter riposare. L'assedio viene solo rimandato...
 L'assedio è come l'aggressività all'interno di una famiglia. L'assediato si trasforma in assediante del più debole, ovvero Don Morel.




 La malattia della Madre Superiore dona potere a Suor Teresa, Vice Superiora. Il servo, divenuto ormai padrone, non tarderà a manifestare il suo potere su Suor Susanna.
 "La monaca nel peccato" è un nunsploitation divaricatore, il ditilame avrà un ruolo catartico nell'opera, come nella vita delle monache. Anche l'abluzione avrà molto spazio, tipico elemento ossessivo-compulsivo. La flagellazione, come il ditisco appena accennato, sarà anch'essa ora egoistica ora solidale.
 Eva Grimaldi riempie lo schermo con quel fisico maestoso da lussazione omerale se tentata percossa di globulame. La sua emersione dalla vasca pare ascesa di centaura coscia cavallina.
  Joe D'Amato ricalca "Confessioni proibite di una monaca adolescente", rendendolo più cupo e trasformando la protagonista in una preda che tenta di evolversi a cacciatrice. Proprio la tendenza verso il dramma e il neorealismo porcelloso hanno creato una voragine che ha impedito l'utilizzo di un mattatore sullo stile di William Berger, il pretaccio utilizzato dal Maestro in "Confessioni proibite di una monaca adolescente".
 Guardandolo oggi, il film pare solo leggermente più estremo di alcune fiction nazionali dai nomi assurdi e dai personaggi interscambiabili. Anche la fotografia da novella popolare risulta molto simile.




2 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Lo ricordo come uno di quei film che, da piccolo, consideravo inarrivabili e sognavo il giorno in cui avrei potuto vederlo di nascosto. Quando il giorno è arrivato, non ero più in grado di provare le forti emozioni fanciullesche...
Bella rece ;-)

Ivano Satos ha detto...

@Bara Grazie Mille Cassidy!!! Purtroppo in Italia abbiamo un limbo infinito per i nostri registi di genere.

@Lucius Grazie Mille Lucius. Spesso capita anche a me questa dsissonanza mnemonica/emotiva. Dobbiamo far riemergere il fanciullo che è in noi ;)