Una serie di terremoti sconvolge la Terra, la cui superfice diviene una rete di morte. La penisola italica subisce la perdita di numerossissime città. Come se non bastasse, dalle ferite della terra si ergono creature immense. I giganti fuoriescono dalle viscere della terra. In una simbiosi di distruzione, essi annientano ciò che la furia del suolo ha graziato.
A render ancor più folli quelle creature sono quegli pseudopodi, quei tentacoli che dall'addome corrono fino ai piedi ad accarezzar quel suolo germinativo di morte e sofferenza. Villi ipertofici per nutrire il loro sadismo abnorme.
In un'Emilia-Romagna ferita e sofferente, l'ispettore forestale Salvati riunisce intorno a se cinque forestieri, i cui legami sono troppo lontani o erosi per poter essere rincorsi. Questo gruppo di esclusi dalle manovre di evacuazione si rifugia in una villa nei pressi di Langhirano. Quella che loro vivranno però, solo celati da quella peste dalle membra titaniche, non sarà un'esperienza boccaccesca. Con una connessione ancora presente ma claudicante, i cinque rifugiati verranno assaltati da notizie la cui fondatezza non potrà mai essere provata, funamboli gettati su funi illusorie. Così come è un'illusione pensare di essere al sicuro in quella villa. Forse è arrivato il momento di combattere!
Alessandro Girola, attraverso "Nimrod", disegna un'originale sequenza di piaghe a carico della Terra, in cui immerge un tessuto di dinamiche di gruppo, che vibrano come vorticci impazziti intorno alla figura di Salvati. Questo personaggio, guardia forestale e quindi particolarmente avvezzo alla vita campestre ma anche allo stile borghese... (quando leggerete capirete cosa intendo), è la traslazione italiana del tipico reduce del Vietnam che abbiamo amato/odiato in moltissimi film. Un personaggio al fulmicotone con impresso nel DNA il codice specifico per il maschio alfa.
Il Girola, con un solo gesto, spodesta l'uomo dal trono su cui si è accoccolato come un felino, ormai addomesticato e grasso, che ha perso la sua forza di dominatore. Un uomo che deve dimostrare di essere un Davide e non una semplice e inoffensiva formica.
Alessandro Girola, attraverso "Nimrod", disegna un'originale sequenza di piaghe a carico della Terra, in cui immerge un tessuto di dinamiche di gruppo, che vibrano come vorticci impazziti intorno alla figura di Salvati. Questo personaggio, guardia forestale e quindi particolarmente avvezzo alla vita campestre ma anche allo stile borghese... (quando leggerete capirete cosa intendo), è la traslazione italiana del tipico reduce del Vietnam che abbiamo amato/odiato in moltissimi film. Un personaggio al fulmicotone con impresso nel DNA il codice specifico per il maschio alfa.
Il Girola, con un solo gesto, spodesta l'uomo dal trono su cui si è accoccolato come un felino, ormai addomesticato e grasso, che ha perso la sua forza di dominatore. Un uomo che deve dimostrare di essere un Davide e non una semplice e inoffensiva formica.
Nessun commento:
Posta un commento