Germano Hell Greco - Gli Ulivi non piangono al Plenilunio

     La rossa terra della Puglia, resa apocalittica dalla pestilenza degli ulivi, diviene quasi pulsante. Come se fosse capace di subodorare le emozioni e i traumi di coloro che la calpestano. Quella terra si trasforma in un calderona capiente in grado di contenere non solo le maledizioni del suo popolo, ma anche di coloro che hanno visto i demoni al di là del mare, riversando su di essa le paure lontane. Traumi ancora vivi che pulsano nei campi di pomodoro. Non solo immigrati, ma anche persone come Maika, volontaria della croce rossa rapita in Nigeria dagli integralisti islamici e violata dall'ignoranza dei suoi coetani... Ora in cerca di pace tra la campagna e le acque di Polignano a Mare

 Ma c'è anche chi ha compiuto lo stesso viaggio. Attraversato lo stesso mare. C'è qualcuno che dopo esser nato nel Continente Nero, il diavolo l'ha visto in questa terra rossa listata a lutto da una corona di alberi carbonizzati. Pire funerarie di una cultura arcaica impossibile da esorcizzare e purificare col fuoco.

 In una Puglia, oscura e criminale, si muovono due soldati di un vecchio boss, desiderosi di compiacere lui e la Sacra corona unita. Proprio tra questi bravi ragazzi vi è Dangiò, il congolese giunto in Italia per vedervi i demoni che hanno popolato i racconti con cui è cresciuto nella sua Africa. Come per un'inconscia coazione a ripetere, egli cercherà di scoprire cosa si nasconde in quell'oscurità campestre in cui gli ulivi, come propaggini secolari della terra, accarezzano la magica luce della luna,  mutandone la proiezione su quel suolo evocativo.

 Le parole di Germano quasi espirano gli umori della lotta, come un rituale epico. Il battito di un tamburo che echeggia tra muri a secco e corteccia riarsa. La lotta per la sopravvivenza e per la dignità. L'autodeterminazione tra la giungla della rete e quella di una terra colonizzata dal suo stesso popolo. Il dramma interiore, loto di ogni opera di Germano, diviene diffuso e proiettato da un prisma pandemico, per poi rifocalizzarzi con la forza e la violenza di una punizione divina.

Ho letto "Gli Ulivi non piangono al Plenilunio" dopo pochi giorni dal mio articolo sul film "Janara". Esso ha agito come un lenitivo per la mia mente, ma anche come un olocausto per una terra il cui potere vibra. Germano Hell Greco, di cui abbiamo parlato in questi articoli ma anche sull'ultimo numero de "Il tritacarne", continua sul sentiero tracciato con Le Bambole del Latemar, grazie a una storia che abbraccia eventi di cronaca per poi spingerli in un imbuto in cui si mesciano con la parte più oscura della soleggiata Puglia. Un racconto dove la capacità lisergica cede il passo a un'agghiacciante morsa, che vi bloccherà innanzi ad atroci manipolazioni Carnee, la cui metabolizzazione si rifletterà nelle vostre stesse fauci. Nei vostri stessi visceri, torturandoli in una motilità nauseabonda.


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