Los Angeles. Le contrazioni svegliano Lenore (Sharon Farrell) nel cuore della notte. Dopo aver scaricato Chris, il primogenito di undici anni, a casa di un amico di famiglia, Lenore e il marito Frank (John Ryan) si recano finalmente in ospedale.
Frank sprizza felicità da ogni poro, contemplando i neonati nelle loro culle. Scherza anche con l'infermiera, riguardo a un'ipotetica parentela per le sue origini scozzesi. L'ingresso nell'anti-sala parto mutano quelle sensazioni. Lenore riferisce infatti dolori anomali: "è differente da Chris, questa volta".
Lenore aveva sin dall'inizio la sensazione che quella gravidanza stesse evolvendo in maniera diversa rispetto a quella precedente. Sensazioni che le difficoltà della fase espulsiva incentivano, ma che vengono giustificate dal medico come conseguenza dell'elevato peso del nascituro e per la sua "testa enorme".
Frank è tornato a rilassarsi, grazie agli altri padri presenti in sala d'attesa ma soprattutto grazie alla visione di quei pargoletti che dormono nelle loro culle. Improvvisamente una scena sconvolge la sua pace interiore. Il corpo di un sanitario giace a terra nel corridoio, dopo che è stato quasi escreto dalla sala parto.
Le riprese dal basso e le carrellate, che riprendono frontalmente la corsa del padre verso la sala parto, incentivano lo stato di agitazione e di inconsapevolezza. La lunghezza focale aumenta la distorsione che introflette la struttura su Frank, come se egli stesso fosse in un canale del parto, per riemergere verso la verità traumatica e abbandonare la pace delle illusioni.
Proprio nella sala parto l'incubo prende forma, mostrando un tappeto di corpi dalle carni squarciate, mentre Lenore è ancora stesa sul letto di parto, dibattendosi come in una crisi epilettica, a causa della contenzione, mentre chiede dove sia il suo bambino.
Lenore aveva sin dall'inizio la sensazione che quella gravidanza stesse evolvendo in maniera diversa rispetto a quella precedente. Sensazioni che le difficoltà della fase espulsiva incentivano, ma che vengono giustificate dal medico come conseguenza dell'elevato peso del nascituro e per la sua "testa enorme".
Frank è tornato a rilassarsi, grazie agli altri padri presenti in sala d'attesa ma soprattutto grazie alla visione di quei pargoletti che dormono nelle loro culle. Improvvisamente una scena sconvolge la sua pace interiore. Il corpo di un sanitario giace a terra nel corridoio, dopo che è stato quasi escreto dalla sala parto.
Le riprese dal basso e le carrellate, che riprendono frontalmente la corsa del padre verso la sala parto, incentivano lo stato di agitazione e di inconsapevolezza. La lunghezza focale aumenta la distorsione che introflette la struttura su Frank, come se egli stesso fosse in un canale del parto, per riemergere verso la verità traumatica e abbandonare la pace delle illusioni.
Proprio nella sala parto l'incubo prende forma, mostrando un tappeto di corpi dalle carni squarciate, mentre Lenore è ancora stesa sul letto di parto, dibattendosi come in una crisi epilettica, a causa della contenzione, mentre chiede dove sia il suo bambino.
Il dramma vissuto dai genitori, convinti che il loro bambino sia stato rapito o ucciso, viene sostituito da una consapevolezza ancora più inquietante: <<il vostro bambino è fin troppo vivo.>> Contemporaneamente, la polizia circonda l'edificio e il reparto.
I medici cercano di identificare la possibile fonte di alterazione del feto, dovranno comunque scontrarsi con l'ostilità di Frank, che non ritiene il figlio un "animale" a cui dare la caccia. Il suo orgoglio dovrà fare i conti con la diffusione, nel corso della stessa mattinata, della notizia dove la sua famiglia verrà indicata come quella responsabile del parto mostruoso.
Baby Killer (link Amazon) si rifà alla fantascienza degli anni '50, ma l'abominio, in questo caso, viene partorito dall'alterazione del quotidiano e non dalla straordinarietà dell'evento, ossia esplosioni atomiche, esposizione a sorgenti spaziali o incremento del fondo naturale a causa di scosse telluriche.
Il lume della ragione abbaglia a tal punto da divenire antitesi di sé stessa, generando creature immonde che vanno ad occupare gli antri ormai non più oscuri, abbandonati dalle antiche maledizioni viventi. Le case farmaceutiche sono gli antri degli stregoni, dove si realizzano patti indicibili non più tra uomo e divinità corruttrici, ma tra uomini innalzati al di sopra dei loro simili, attraverso un sapere esclusivo che pone le basi per una oligarchia della conoscenza.
Tale elevazione induce una fede assoluta nella scienza, incastonandola in un politeismo manicheista tale da far assumere al camice la parvenza di una veste atta ad un nuovo sacerdozio. Il legame invertito con Rosemary's Baby deriva proprio da questo. La teratogenicità come frutto dell'adorazione del vitello d'oro. La mostruosità al posto della potenza.
Il paragone, pronunciato da Frank riguardo alla fusione ambigua tra Frankenstein e la Creatura, è un discorso attualissimo, non che la teratogenicità dei farmaci o delle sostanze a cui siamo esposti non lo sia, ma permette di attuare un'analisi sociale molto amplia. Nel passato, la nascita di "mostri" era una cappa di disonore per tutta la famiglia. Se nei casi più gravi, in cui l'anomalia induceva la necessità di cure parrticolari, il ricovero permanente in strutture specializzate rappresentava una liberazione, la presenza di disturbi minori induceva l'imposizione di una vita claustrale a carico della creatura.
La vittima del parto, divenuta fonte di gogna sociale e di senso di colpa, veniva nascosta. Celata. Nonostante non vi fosse, nella maggior parte dei casi, colpa dei genitori, essi scavavano nella propria anima, seppellendosi a volte con la loro stessa creatura nel buio della vergogna.
Oggi è diverso. Se il figlio viene esposto alla gogna, su di essa si inerpica, come alpino eroico e ardito, pure il genitore, con la furia dell'invasato estatico bruciato dal vessillo dell'orgoglio e dell'onore, inconsapevole d'esser alchimista egli stesso di quel lingotto d'oro che in realtà l'è piombo, capace di saturnare ancor più la sua mente.
7 commenti:
E' un peccato che Cohen sia stato quasi -non dico dimenticato, ma sottovalutato nel corso degli anni quando invece è stato uno dei padri del new horror americano degli anni 70.
La sua capacità di fondere impegno sociale e horror, in maniera equilibrata e appassionante, risulta rarissima ancora oggi.
Film che ai suoi tempi mi fece una certa impressione, e che ora sento un po datato, qualunque cosa ciò voglia dire.
Invece la chiusura del post mi fa venire in mente un evento recente, in cui forse era meglio non mostrarsi prima, come di sicuro era meglio tacere dopo.
Un po' datato lo era anche all'epoca, se confrontato con altre opere precedenti, ma riesce comunque, se pur con pochi mezzi, a inquietare lo spettatore.
Ben più inquietante è il comportamento del soggetto che hai beccato in pieno ;)
Splendido post, che mi spinge a recuperare questo film che mi manca. (In realtà sono lacunoso neo genere Baby Killer)
Grazie Mille Lucius. Tra qualche settimana ci sarà un'altra tipologia di baby killer su uno dei miei blog ;)
Per me quello dei parti mostruosi è il tema più raccapricciante che possa esserci in un film.
Se invece vuoi farti due risate, guardati 'sto megascherzone che hanno fatto a una paurosa infermiera americana:
https://www.youtube.com/watch?v=L97umTAnRvM
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