domenica 30 agosto 2015

Italia Criminale: Il contrabbando di sigarette tra fiction e realtà, attraverso "Luca il contrabbandiere" di Lucio Fulci , "I contrabbandieri di Santa Lucia" di Alfonso Brescia e "Le male vite" di Alessandro Leogrande.







    Luca il Contrabbandiere di Lucio Fulci (1980). I titoli di testa paiono coriandoli in onore dei motoscafi che saettano quasi in verticale come furie. Una volta raggiunto il peschereccio, le sigarette vengono distribuite e caricate per ottimizzare lo spazio disponibile il più velocemente possibile. All'avvistamento della Guardia di Finanza comincia lo spettacolo. E' come osservare un gruppo di storni alle prese con un falco ormai anziano. La speranza è che si verifichi un miracolo. Un'avaria. Un attacco di delirium tremens...
 Per i contrabbandieri non è il giorno fortunato, la presenza della Guardia di Finanza ha un significato più ampio. Essa è il simbolo dell'infamia. La presenza di un Giuda. Una spiata da 200 milioni.
 Luca (Fabio Testi), il contrabbandiere del titolo, e un ex-emigrante. Ha studiato. Ha lavorato in una fabbrica di Milano e dopo la sua chiusura è tornato a Napoli dal fratello Michele (Enrico Maisto). Luca ora è il Contrabbandiere. Luca vive tra quadri lussuosi, splendidi mobili e un matrimonio che va a puttane...
Proprio tra le puttane si ritrova Luca, giunto in discoteca insieme al fratello. Tra questa fauna notturna vi è la splendida Ajita Wilson, scosciata che pare la gioia per l'intramuscolare, il pap-test, la colonscopia e il check-up completo. Il Contrabbandiere approva!



 Ma Luca non può farsi distrarre da Ajita Wilson, ovvero Luisa "la napoletana". La serata in discoteca è solo per lavoro. Il contrabbandiere non tradisce!
 Il sospetto comincia a premere le tempie. Come un edema cerebrale. E gli edemi rendono rabbiosi. Michele, che comincia a sospettare di tutti, conferisce con Perlante, legato alla mafia, per scovare la gola profonda dell'organizzazione.
La via del ritorno e irta di pericoli.  Michele subisce un attentato mentre è in macchina con Luca e viene ucciso. L'attentato sembra una citazione de Il Padrino e dell'assassinio di Santino Corleone. In questo caso la chiamata non reca notizia di una sorella percossa ma di una cavalla, in senso equino, bruciata insieme alla stalla. Un posto di blocco con finti poliziotti e l'omicidio è servito. Michele viene mitragliato (15") e precipita (12") in un scarpata a strapiombo sul mare. (Video)
 Il Contrabbandiere non è uno che si spaventa. Non è uno da pause. Dopo il funerale, effettuato a mare con i motoscafi e tutti i boss del contrabbando, prepara la sua cieca vendetta.
 Non sarà facile per Luca venire a capo della fitta rete di interessi e giochi di potere alla base dell'omicidio del fratello. Innanzi a lui ci sarà un labirinto di sospetti, accuse, sangue e morti.




Nel film sono presenti due elementi essenziali per il genere. Uno di questi è la distinzione tra criminale buono e criminale cattivo. Il contrabbandiere è sempre stato visto come il povero che tira a campare. Senza alcuna distinzione. Sia quello che stava agli angoli delle strade vendendo al dettaglio, famosa l'Adelina di De Filippo, sia quello che attraversava il Mediterraneo su scafi fantascientifici. Il contrabbandiere era paragonabile all'antico brigante. Il piallatore delle ingiustizie. E la tassa sulle sigarette era vista, e lo è tuttora, la più zozza delle ingiustizie.
 All'epoca 200.000 napoletani vivevano con il contrabbando. Il contrabbando quindi era una sorta di ammortizzatore sociale. Come l'indennità di disoccupazione, l'istruzione pubblica, la sanità statale, ecc. Senza contrabbando ci sarebbero stati furti, droga, rapine, ecc. Come se i soldi del contrabbando servissero solo a pagare l'affitto per la casa e il latte per i figli. Come se i soldi delle bionde non avessero sovvenzionato Cutolo, la Sacra Corona Unita, i signori della morte dell'ex-Jugoslavia, ecc. Ma essendo il film finanziato dai contrabbandieri stessi...




 Una malavita quindi edulcorata, buonista, ma soprattuto nostra. Si, perché l'antagonista è il Marsigliese. Anche il Giuda è straniero... o settentrionale direbbe qualcuno.
 Nulla quindi che possa far paragonare il contrabbandiere di bionde al trafficante di droga. Il Marsigliese è la rappresentazione del Male, i suoi metodi risultano paragonabili a quelli della Gestapo. Per lui lo sgarro deve esserlo in senso assoluto. In caso contrario non ci sarebbe il manicheismo che satura l'opera.
 Il secondo elemento è il giustiziere o il buono quando si incazza so'... Luca agisce solo per vendicare il fratello e per difendere la sua famiglia. Non è avvezzo alla violenza, lui ha studiato, ha vissuto a Milano. E si vede pure... Luca si salva sempre per puro caso. Non scommetteremmo 'na spuntatura di sigaro su di lui.




 Incrocio tra horror e poliziottesco questo secondo incontro tra Fulci e Testi. Corpi bolliti, ustioni di visi angelici, stupro mediante sodomizzazione, vilipendio di cadavere, occipitale che schizza più di un fantino, ecc. 




     Lucio Fulci, come spesso accade, metabolizza, attraverso il suo occhio artaudiano, opere precedenti. Egli le estremizza fino a sconvolgere esse e il fruitore del suo nuovo parto. E' quello che accade, in questo caso, con il film "I contrabbandieri di Santa Lucia", di Alfonso Brescia, prodotto l'anno prima di "Luca il Contrabbandiere".


 I contrabbandieri di Santa Lucia di Alfonso Brescia (1979). Il cambio di regime in Persia, dovuto alla rivoluzione islamica dell'ayatollah Khomeini, porta all'esportazione di un massiccio quantitativo di eroina, circa cinque quintali, che dal giovane Iran raggiunge l'Occidente. I capi delle cinque famiglie mafiose di New York, grazie alla mentalità imprenditoriale di Don Calogero Avallone (Rik Battaglia), si alleano tra loro e acquistano l'ingente carico per ben venti milioni di dollari.
 In una riunione dell'Interpol, finalizzata a impedire che quella droga raggiunga l'America, si distingue, per il suo intuito, il capitano dell'FBI Ivano Radevic (Gianni Garko), che identifica la città di Napoli come tappa intermedia per la lavorazione del prodotto. Il capitano Radevic viene quindi mandato nel capoluogo partenopeo dove, grazie ad alcuni scugnizzi, conosce don Francesco Autiero (Mario Merola), che gestisce il lavoro degli scafisti.
 L'incontro genera un monologo di don Francesco sulla funzione salvifica del contrabbando, senza il quale non solo i napoletani non potrebbero mangiare, ma sarebbero costretti a far altro.... Mica stiamo a Torino!

  <<Il contrabbando a Napoli è come la Fiaatt! Soltanto che noi non possiamo scioperare. Questa è tutta gente che campa con le sigarette. Sono quartieri interi. Con la disoccupazione che c'è questa gente come dovrebbe vivere? Molto spesso quando si compra un carico, i soldi vengono messi insieme dagli stessi venditori, i quali, il più delle volte, non li hanno. Allora se li fanno prestare, e quelli che li prestano vogliono gli interessi. Quando la finanza si prende il carico, a perdere siamo tutti. Ma si puo vivere così capitano?>>

 Completa la disertazione una visita alla modesta casa di una venditrice di sigarette. Ma don Francesco sfonda una porta aperta, il capitano infatti, conscio della superiorità morale dei contrabbandieri, aveva già individuato in lui il suo autoctono per risolvere il problema della partita di eroina. L'aiuto nella ricerca dei narcotici e un occhio chiuso per i traffici di sigarette sono il sigillo del patto tra i due uomini. La caccia è ora aperta.




 Nel film vi sono momenti di sana ironia, grazie soprattutto a Lucio Montanaro e alla sua fissazione per la sua macchina, con la quale scorrazza Mario Merola. La scena in cui Gianni Garko, osservando i manifesti del film "Lo Scugnizzo", diretto sempre da Alfonso Brescia, dice << Ma c'è pure Gianni Garko! Allora deve essere proprio un bel film!>>, potrebbe apparire come un simpatico siparietto di metacinema se non fosse che, un attimo dopo, lo stesso Alfonso Brescia, dirigendosi verso il manifesto, decanta <<Alfonso Brescia! Ma chi cazzo è 'sta Alfonso Brescia!>> trasformando il siparietto in un vero capolavoro!!!




 Spesso viene sottolineato il contrasto tra la povertà dei contrabbandieri e la ricchezza, a cui si associa l'assenza di valori, dei criminali coinvolti con il narcotraffico. Del resto gli altri, i cattivi, sono sempre circondati da puttane, sia in guerra sia in politica...




 "I contrabbandieri di Santa Lucia" è un poliziottesco molto rozzo, che comunque riesce a farsi guardare se si sorvola soprattutto sulla parte iniziale, ricca di collage, tremolio parkinsoniano e americani comici.
 Le scene di violenza strizzano a volte l'occhio al gangsterismo. Anche questo film rientra nel filone "l buono quando si incazza so'... ". Don Francesco è un criminale che conta per i morti di fame ma in realtà non conta nulla, un po' come l'Al Pacino di Donnie Brasco. Un particolare evento però scatenerà la sua vendetta, perché le lacrime napulitane evaporano sempre in napalm!




 L'importante è tener conto della sua natura propagandistica, che già di per se rappresenta un motivo per fruire di esso in quanto documento di una certa mentalità ancor viva nella nostra Penisola. Se  "Luca il Contrabbandiere" è stato esaltato per quell'occhio antropologico che entrava nei vicoli e nelle case del sottoproletariato napoletano, cosa che "I contrabbandieri di Santa Lucia" fa in modo più approfondito, potremmo dire che questi due film sono essi stessi reperti antropologici in quanto manifestazione di quella stessa cultura da essi rappresentata. 




 Abbandoniamo il folklore e approdiamo in un territorio fatto di indagini e studi che dalla criminalità locale passano per la geopolitica del bacino mediterraneo e le multinazionali del tabacco.


     "Le male vite" di Alessandro Leogrande, 2010, Fandango Libri, Roma. L'autore analizza in questo saggio quel traffico di oro "biondo" che dai Balcani si riversa in Italia per poi diffondersi a tutte le nazioni dell'Unione Europea.
 Se nel passato gli scafisti sfidavano la Guardia di Finanza in acrobazie acquatiche, attraverso inseguimenti che dall'Adriatico si proiettavano sulle strade della Puglia, ora lo scontro diviene mimetico. I mostri meccanici, camerati corazzati di un mare e di una terra appartenenti all'Antistato, vengono sostituiti dai tir. La diligenza della globalizzazione si trasforma in un cavallo di Troia che tenta di inserirsi nel muro originato dal rigido blocco nato con "L'Operazione Primavera", reazione dello Stato al sanguinario omicidio di due agenti della guardia di finanza, Alberto De Falco e Antonio Sottile, morti dopo essere stati travolti da uno di quei mostri meccanici mentre presidiavano un posto di blocco nel brindisino. Proprio quella strage segnò la fine del contrabbando per mezzo di motoscafi e fuoristrada carenati.


I finanzieri Alberto De Falco e Antonio Sottile, assassinati la sera del 23 febbraio del 2000


La macchina della guardia di finanza da cui sono stati estratti i corpi dei due agenti


 Leogrande, mostrandoci i legami tra mafiosi, politici, nazionalisti e multinazionali del tabacco, sfata il mito del contrabbando di bionde come ammortizzatore sociale per quegli strati della popolazione che più rappresentano la cecità morale dello stato. Le sigarette sono state il propellente per realizzare il passaggio da associazioni criminali territoriali a network criminal-imprenditoriali.
 A questa evoluzione hanno contribuito tutti, grazie a quel germe che va sotto il nome di consumismo. E' l'iperfagico desiderio della "roba"  che ha oliato ciò che Leogrande definisce come il passaggio del crimine a fatto sociale e da questo a fatto politico, caratterizzato dalla sua internazionalizzazione e de-territorializzazione.
 La visione romantica del contrabbandiere, colui che sopravvive senza recare danno, a differenza dello spacciatore, è una favola che viene ancora narrata e lodata nonostante la realtà sia diversa e davanti agli occhi di tutti. Il contrabbando di sigarette ha infatti scatenato, ma anche nutrito, la guerra tra la NCO di Raffaele Cutolo e la Nuova Famiglia.
 Nella criminalità tutti i settori sono collegati tra loro. L'estorsione, il contrabbando di sigarette, lo spaccio degli stupefacenti, la prostituzione, ecc. Non si può cedere nulla. Cedere il traffico di eroina, per potenziare quello della cocaina, come espresso dalla testimonianza di Salvatore Annacondia alla Commissione antimafia, vuol dire cedere potere a un amico/alleato attuale ma potenziale nemico futuro. I boss possono creare delle zone libere dallo spaccio, come imposto a Mondragone dal boss Augusto La Torre (Saviano - Gomorra, 2006, Arnoldo Mondadori Editore), ma solo come manifestazione di potere militare e di valore morale. Vale per la droga come per le sigarette.


Salvatore Annacondia, boss indiscusso del nord barese ora collaboratore di giustizia.


 Il contrabbando di sigarette ha un ruolo talmente importante per le organizzazioni criminali italiane da indurne perfino la nascita. L'importanza della Puglia, come porta d'ingresso europea per le "bionde", ha inizio a metà degli anni '60, come conseguenza del controllo della monarchia marocchina sul porto franco di Tangeri. Le mafie italiane sostituirono la tratta tirrenica con quella adriatica, instaurando legami con uomini di Tito, di Hoxha e dei Colonnelli Greci.
 La criminalità pugliese, conscia del ruolo strategico della propria regione, fonda la Sacra Corona Unita, come atto di emancipazione dal giogo della camorra e della 'ndrangheta. Il Canale d'Otranto è ora un tratto di mare extraterritoriale per le altre mafie.
 Proprio il Canale d'Otranto diverrà la nuova via della seta per i traffici illeciti, soprattutto dopo il crollo dei regimi comunisti. La SCU comincerà a interagire con i nuovi politici/criminali, ampliando la tipologia di merce trattata e aumentando il suo ruolo internazionale e il suo potere sulle altre organizzazioni criminali italiane. Attraverso il mar Adriatico giungeranno in Italia, e da qui agli altri stati dell'Unione Europea, non solo le sigarette ma anche droga, prostitute, immigranti, benzina, auto rubate e armi. Moltissime armi ed esplosivi. Grazie anche al ruolo avuto dai nazionalisti che hanno insanguinato la Jugoslavia. Un nome per tutti può essere quello di Arkan "La Tigre dei Balcani", che da rapinatore ricercato in tutta Europa diverrà poi uno dei più grandi criminali di guerra. Cosa ha permesso ad Arkan di fare questo salto che lo ha reso ricchissimo e adorato da tutti i gruppi di estrema destra? Il calcio!
   Arkan era il capo ultras della Stella Rossa Belgrado, riciclato poi da Slobodan Milošević come capo della milizia volontaria, da cui nasceranno le terribili e sanguinarie "Tigri di Arkan". Questa milizia ha partecipato a massacri, tra cui la straga di Prijedor e il genocidio di Srebrenica, e a innumerevoli razzie. Innanzi a un numero così elevato di morti, circa 30.000, non è delicato parlare di saccheggi, ma questo rende bene l'idea di ciò che è stata la guerra in Jugoslavia, ovvero una rapina travestita da guerra nazionalista. Arkan e i suoi capi si sono infatti arricchiti, tra una pulizia etnica e l'altra, grazie ai saccheggi e al contrabbando, anche di sigarette.


Il comandante Arkan con le sue Tigri e la loro mascotte

Il memoriale del genocidio di Srebrenica

 All'interno di questo quadro si collocano alcune multinazionali del tabacco, desiderose di occupare anche il mercato sommerso. Il Montenegro, la Giulietta pettoruta a cui guardava il Romeo pugliese, era raggiunto infatti da casse di sigarette uscite belle pulite dai depositi delle multinazionali in Svizzera come da quelli ad Anversa e Rotterdam. Le multinazionali incriminate, non riuscendo ad abbattere il monopolio di stato, hanno deciso di aggirarlo.
 Abbiamo visto quindi che da un contrabbando extraispettivo, basato sull'uso di scafi, si è passato a un contrabbando intraspettivo, basato su un carico nascosto nei tir. Quali sono le conseguenze di questa evoluzione nel traffico di sigarette per la criminalità come per la giustizia? L'autore risponde in maniera esauriente a queste domande, facendoci quindi comprendere i moti di adattamento che sono a monte di quelle notizie di cronaca, spesso efferate, che leggiamo sui giornali.
 Merito dell'autore è anche quello di parlare di una criminalità, quella pugliese, che risulta sconosciuta. Il barbaro omicidio di Melissa Bassi, la sedicenne di Mesagne  uccisa nell'attentato a una scuola brindisina, ha acceso i riflettori sulla Sacra Corona Unita, così come ha fatto la strage sulla 106 ionica, in cui sono morti Cosimo Orlando, la compagna Carla Maria Fornari e il figlio di quest'ultima, Domenico di quasi tre anni, per la mala tarantina. Quella pugliese rimane comunque una mala di cui ancora si stenta a parlare. Una mala che ancora non si conosce. L'autore riporta infatti le parole di Giuseppe Scelsi, sostituto procuratore presso la Direzione distrettuale antimafia di Bari, riguardo all'ignoranza sulla criminalità pugliese: <<Quando si parla di criminalità pugliese si pensa subito alla Sacra corona unita, però la Scu è un fenomeno che riguarda soprattutto Brindisi e la sua provincia. In realtà le organizzazioni criminali in Puglia non sono radicate solo in questa zona, ma dislocate lungo tutto il territorio e non si chiamano solo Sacra corona unita.>>


venerdì 28 agosto 2015

BORDERLINE - FESTIVAL DELLE ETICHETTE E DELLE PRODUZIONI INDIPENDENTI III EDIZIONE






Il 5/6 Settembre arriva la terza edizione di BORDERLINE,
sempre alla Nuova Casa del Popolo di Ponticelli (BO),
sempre e rigorosamente NO SIAE,
sempre e orgogliosamente DAL BASSO!

►CONCERTI
►ETICHETTE
►DISTRO
►FANZINE
►SERIGRAFIA
►EDITORIA
►PROIEZIONI
►RADIO SORELLE
(Radio Roarr, Radio Soppalco, Radio Strike...)
►MERCATINO DELL'USATO E DELL'AUTOPRODUZIONE
►CIBO VEG (E NON)
►BAR A PREZZI POPOLARI

quest'anno INGRESSO UP TO YOU! & CAMPEGGIO GRATUITO



SABATO 5 SETTEMBRE
on stage dalle 15.00

● MONTAUK (altrock - Bologna)
https://imontauk.wordpress.com/
● URALI (popdrone onemanband - Rimini)
http://urali.bandcamp.com/
● LORØ (mathnoise - Padova)
http://www.sonoloro.com/
● ALGA KOMBU (riotpunk - Bologna)
https://soundcloud.com/search?q=alga+kombu
● THE WHITE MEGA GIANT (postrock - Padova)
http://www.thewhitemegagiant.it/
● THE SMUDJAS (punkrock - Milano)
http://thesmudjas.bandcamp.com/releases
● PLUTONIUM BABY (synthgarage - Roma)
http://plutoniumbaby.altervista.org/
● PUEBLO PEOPLE ('60+'90 - Milano)
http://pueblopeople.bandcamp.com/

alle 19.00 TURI MESSINEO presenta il libro/documentario “BLACK HOLE: UNO SGUARDO SULL'UNDERGROUND ITALIANO” (proiezione in replica domenica 6)



DOMENICA 6
on stage dalle 15.00

● CAPASE (brutalspiritual duo - Taranto)
http://capase.bandcamp.com/releases
● MOOD (math rock - Finale Emilia)
http://moodtwo.wix.com/mood
● BOB CORN / FERRO SOLO / SETTI (cantautorato bellissimo da Modena/Bologna!), chiacchiere & musica a cura di Radio Strike
http://fooltribe.blogspot.it/p/bob-corn.html
https://soundcloud.com/ferro-solo-1
https://mondosetti.wordpress.com/
● TRIO BANANA (lofi DIY - Roma)
http://triobanana.bandcamp.com/
● WELCOME BACK SAILORS (dreampop - Guastalla)
http://www.welcomebacksailors.com/
● LILI REFRAIN (voice&loop - Roma)
https://soundcloud.com/lilirefrain
● SATAN IS MY BROTHER (ambientdubjazz - Milano)
http://www.satanismybrother.blogspot.it/
● CHOW (psychoacidgrunge - Bologna)
http://chowregaz.bandcamp.com/

alle 19.00 RADIO ROARR presenta “Radio Roarr vol.0 tour”, una compilation in vinile interamente NO SIAE.


All'interno della Casona sarà presente la mostra fotografica di TAB_ULARASA, aka Luca di BubcaRecords.


ETICHETTE presenti al festival:
♦ BORING MACHINES
http://www.boringmachines.it/
♦ BUBCA RECORDS
http://www.e-x-p.it/stuffindex.html
♦ DIO)))DRONE
https://diodrone.bandcamp.com/
♦ FLYING KIDS RECORDS
http://flyingkidsrecords.com/home
♦ FOOLTRIBE
http://www.fooltribe.com/
♦ ICORE PRODUZIONI
http://icoreproduzioni.bandcamp.com/
♦ IN THE BOTTLE RECORDS
http://inthebottlerecords.com/
♦ LA BARBERIA RECORDS
http://www.labarberiarecords.com/
♦ MAPLE DEATH
http://www.mapledeathrecords.com/
♦ MUSICA PER ORGANI CALDI
http://www.musicaperorganicaldi.it/wp
♦ SHYREC
http://www.shyrec.it/
♦ STOP RECORDS
http://www.stoprecords.it/
♦ TOTEN SCHWAN
http://www.totenschwan.altervista.org/
♦ UPUPA PRODUZIONI
http://www.upupaproduzioni.com/
♦ VIDA LOCA RECORDS
http://vidalocarecords.bandcamp.com/

SOSTIENI LE PRODUZIONI INDIPENDENTI!
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https://diodrone.bandcamp.com/


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giovedì 20 agosto 2015

La Pupa e... l'Altro: Marina Hedman in "Libidine" di Raniero Di Giovanbattista (alias Jonas Reiner)





     Il dottor Giulio Vaser (Luigi Casellato) riceve un pacco importantissimo per i suoi studi. La moglie Carla (Marina Hedman) si desta dal suo sogno alcolico, intorpidendo anche la nostra razionalità con la sua bellezza scomposta. Incuriosita dal pacco lo apre, rivelando la presenza di un serpente.
 Il professore, destato dalle urla della moglie, inveisce contro di lei, ordinando al factotum della dimora, Fred (Franco Parisi), di portare l'animale nel suo studio. Questi, terminato il trasporto del rettile, si dedica al soddisfacimento delle voglie di Mrs Vaser... I madrigali innescano l'interesse di Mary, interpretata dal nostro confettino smussato Ajita Wilson, di cui abbiamo già parlato qui. Il triangolo voyeurico è una delle caratteristiche di molti film "impegnati" e rappresenta, come noto, la Divinità che tutto vede e giudica. Quindi anche a voi che guardate le porcate!!!
 Terminate le contorsioni, Carla confessa a Fred i suoi sospetti riguardo al marito. Lei crede che lui voglia ucciderla proprio con quel serpente, conoscendo inoltre la sua fobia per questo animale. Fobia indotta dalla morte della madre a  causa proprio di un serpente. Il dialogo si interrompe con la scoperta, da parte di Fred, della guardona Mary che lo manda a quel paese dopo esser stata chiamata <<sporca negra>>.



Orgoglio black Vs Orgoglio troglodit

  Il professore e Tom (Mauro Vestri), il suo assistente, cominciano a studiare l'animale. Scopriamo che l'intento del prof. Vaser è quello di trasferire nell'uomo il metabolismo del serpente. Egli vuole creare l'Uomo Serpente, uomo nel cervello e serpente nelle viscere e nel sangue. Il fine è quello di combattere la fame nel mondo. Quel serpente, infatti, dopo aver consumato una preda di peso equivalente al 20% del suo peso, avrà bisogno di un nuovo pasto dopo 20-25 giorni.
 Proprio in questo giorno di iperlavoro per il dottore, egli viene raggiunto alla villa dalla figlia Anna (Cinzia De Carolis),  che ci mostra immediatamente la sua bellezza acerba in composizione con il quadro della madre estinta. Al fine di crearte una profonda metafora con il concetto di ponte temporale tra passato e futuro, Anna viene visitata dalla sua matrigna. Per metterla a sua agio si spoglia anche lei, cercando di farle recuperare il tempo perso al collegio, ma con scarsi risultati.

Come ci insegna la pediatria moderna non è mai troppo tardi per il legame al seno!


Fred, nel frattempo, vince il suo odio <<per le negre che puzzano>> e punisce Mary per la sua arroganza. La melanconica Anna fa ben presto conoscenza con il serpente, mentre Carla e Mary consolano tra donne il dolore per l'egoismo maschile con effetto eco. Il riverbero attira gli sguardi di Ann...
 Fred, diventato ormai il vigilantes di questa casa-laboratorio-bordello, cerca di "educare" Anna prima che si fissi sessualmente verso il voyeurismo. Il servo ormai divenuto padrone non riesce però nell'intento. Anna, vergine per scelta, è ormai conscia di trovarsi in un luogo dove le persone o stanno chiuse in laboratorio o sono impegnate ad accoppiarsi volenti o nolenti, comincia quindi a passare molto tempo con il serpentello recluso nella teca. Il desiderio di liberare il serpente dalla sua clausura ben simboleggia l'aspirazione di emancipazione sessuale della ragazza. Fred, laureato in psicologia della traumatizzazione come terapia per la liberazione sessuale, ben interpreta questa sciarada psichica.




 Proprio nel corso della sua seduta di terapia intensiva, il serpente si libera mordendolo. Il cadavere viene occultato da Tom. Le ragazze, a cui è stata comunicata la partenza di Fred, si consolano con un improvvisazione latinoamericana...




...grazie a un guiro palindromo, perché dove c'è Ajita Wilson c'è palindromicità! Viene poi creato un quadro di ringo mallarmeliano. Dove ringo è inteso in senso dolciario e non western.
 Anna instaura ben presto un rapporto simbiotico con il serpente. Lui uccide tutti coloro che tentano di violentarla, lei gli fornisce un nascondiglio sicuro...




 Cinzia De Carolis espone la sua acerbosità, sia fisica sia recitativa, grazie a un ruolo che ha come punti di riferimento la Lucia manzoniana e la Justine sadiana. Solo un anno dopo la De Carolis parteciperà a un capolavoro come "Apocalypse Domani", diretto da quel genio nostrano di Antonio Margheriti (qui le recensioni dei suoi film western). Nel 1972 ha interpretato la piccola  wurdalak del film "La notte dei diavoli" di Giorgio Ferroni. Il rapporto intimo, in realtà pochi secondi di aspirazione simulata, è il contentino per quella schiera di spettatori la cui ibridazione erotica animale-uomo ha indotto la visione del film. Il finale vira dall'erotico  comico verso un erotismo visionario che cerca malamente di imitare Lorna The Exorcist di Jesus Franco, in "Libidine" la sperimentazione animale è il nuovo Satana con il quale instaurare un patto autolesivo.
 Ben più interessanti le interpretazioni di Marina Hedman e di Ajita Wilson, nonostante le quali il film presenta un elevato potere soporifero. La Hedman, nome d'arte della modella e attrice Marina Lotar, ha interpretato due film per il grande Joe D'Amato, "Emanuelle in America" e "Immagini di un convento". L'attrice, svedese ma naturalizzata italiana, è stata una delle prime pornostar italiane. Famoso risulta il film "Marina e la sua bestia", dove l'attrice stalla un cavallo, si dice in forma simulata.
 Vero motivo per vedere questo horror-erotico (?) è la presenza di Mauro Vestri. Come chi è Mauro Vestri? Eccovelo in questo film indimenticabile!


Il ragionier Bacarozzi profetizza sulla pellicola che Vestri interpreterà tre anni dopo.


 Egli interpreta il professor Guidobaldo Maria Riccardelli, il tritatore di gonadi con pellicola affetta da mutismo, nel film "Il secondo tragico Fantozzi". Come abbiamo già detto, Vestri in "Libidine" interpreta Tom, l'assistente di laboratorio del dottor Giulio Vaser. Nel momento in cui scopre la fuga del serpentello per mano di Anna, il nostro eroe partorisce una serie di improperi contro l'exmoglie, contro Anna e contro tutte le donne di questo mondo che pare un freestyle degno dei migliori rapper. Ma anche lui verrà punito dal nostro squamoso gelosone per il tentativo di obliterare la vergine Anna.




lunedì 17 agosto 2015

Claudio Vastano - Ragni





     Charles MacDermhott si desta nel suo "rifugio", una villetta a due piani con un doppio laboratorio. In quei laboratori Charles effettua esperimenti particolari. Esperimenti sui ragni.
 No, Charles non è un semplice appassionati di entomologia. Charles è un chimico e rappresenta l'ultima resistenza di Revel, una città persa dall'uomo e conquistata dai ragni. Non pensate a quelle bestioline magre e "ossute" che si muovono in cantina, ma neanche al mortale ragno violino. Tre anni prima è iniziata l'invasione dei ragni giganti. Argiopi, corridori, tarantole, ecc. Ma le migali sono le più temibili. Se un'argiope può essere grande al massimo quanto un furgone, le migali possono raggiungere i cinque metri. Una migrazione infernale le cui otto zampe stringono sempre di più le possibilità di sopravvivenza per l'uomo.
 Charles non è solo uno scienziato chiuso nella sua torre di alambicchi. Egli va a caccia di quegli esseri assurdi, per sfoltirne un po' la popolazione e per poterli studiare, in maniera da creare armi efficaci contro di loro. Ma l'idilio da Leggenda solitaria è finito. Charles deve badare alla piccola Lucia, il cui padre è stato pressato insieme alla macchina da alcuni corridori.
 Il sodalizio tra razionalità ed emotività non è nuovo negli scenari apocalittici. Il dialogo tra queste sfumature dell'animo umano risulta sempre interessante, l'importante è non banalizzarlo mai. Vastano, in "Ragni", riesce a non renderlo lacrimoso  o comunque prevedibile.
 Come spesso si verifica nelle apocalissi, l'uomo viene forgiato nella fornace di un Vulcano eccentrico. Un Vulcano che utilizza dei tempi di tempratura eccessivi. Un vulcano il cui martello batte in maniera aritmica su quel ferro vivente che è l'uomo. In questo modo legami insani si instaurano fra l'istinto di sopravvivenza e la capacità di percepire il piacere, generando un essere la cui efficacia risulta solo parziale. Un'efficacia limitata alla sopravvivenza di individui e non di una Civiltà. Ci saranno uomini la cui crudeltà supererà quella asettica, pura nella sua istintività, degli aracnidi giganti, mostrando l'irraggiungibilità dell'uomo anche nell'infliggere il dolore.
 Può essere considerato un terreno abusato, ma esso rappresenta il cardine di ogni evento traumatico generalizzato. Claudio Vastano, come Romero e Disch, non può che guardare a ciò che avvenne tra gli iperborei. Modificandolo. Plasmandolo. L'assedio per la Civiltà non è solo dall'esterno ma è anche dall'interno di essa. Dall'interno del singolo che diviene moltitudine come un virus perfetto. Un virus letale ma non per l'ospite.

mercoledì 12 agosto 2015

La Pupa e... l'Altro: Elisabeth Felchner in "Fraulein in Uniforme" (Eine Armee Gretchen) di Erwin Dietrich






     In un istituto tedesco vengono effettuate le selezioni per le ragazze che desiderano diventare Fraulein in Uniforme, opponendosi attivamente alle nazioni penoplutocratiche...
 Come tutte le istituzioni che si rispettino, siano i college americani o la sede delle volontarie della Grande Germania, le ragazze girano nude, sventolando in questo caso il certificato di idoneità.
 Duecento valchirie vengono visitate e selezionate in un unico giorno dal Dr. Felix Kuhn (Carl Möhner), maggiore medico non proprio simpatizzante nazista. Al termine di questa impresa titanica, Kuhnviene viene intercettato da Elisabeth (Elisabeth Fricker), figlia del Dr. Goldschmidt finito in un campo di concentramento poiché ebreo, la quale cerca di essere arruolata nonostante la sua impurezza. Il Dr. Kuhn decide di non appoggiare il delirio autodistruttivo della ragazza.
 Elisabeth decide di sopperire alle sue carenze genetiche attraverso le grazie frutto del suo internazionalismo ematico. La dottoressa (Birgit Bergen) decide di superare certe restrizioni culturali e di conoscere meglio il tipo antropometricamente variegato.



 Ma il lungo occhio teutonico vede tutto, così come vede l'eccessivo numero di ragazze riformate dal Dr. Kuhn. I suoi servigi vengono quindi richiesti dalla patria in altra sede, insieme a quelli delle sue due figlie, Marga (Elisabeth Felchner) ed Eva (Karin Heske). Il rovente fronte russo attenderà la famiglia di sovversivi.
 Giunge finalmente il momento della partenza. Ulrike (Renate Kasché) e Marga si incontrano nel treno, possono finalmente discorrere con qualcuno dei loro drammi. Una ripudiata dalla famiglia per il suo attivismo e l'altra arruolata a forza per lo sciovinismo paterno.
 Ma se due valchirie frignano ce n'è una che ulula. I treni sono sempre caldi è umidi, di sangue o di umori...




 Giunte al fronte, le trenta reclute vengono rifocillate e docciate al fine di raffreddare le loro calure. Ma inutilmente. Ulrike e figlia sono circondate da militari che vivono la stagione dell'amore come se non vi fosse un domani...






 Ma la migliore delle qualità dell'uomo è la capacità di adattamento...




Fraulein in Uniforme è un'opera di eros agrario. L'humus viene spalmato come se fosse l'unguento divino contro le malattie veneree. Le divaricate campestri si alternano alle inclinate acquatiche e al triangolo arboreo. La flora spontanea stimola più di un piercing linguale



 Misto di film di guerra anni '50-'60 e le commedie italiane degli anni '70, Fraulein in Uniforme è un nazierotico che non ha una goccia di exploitation neanche a stringerlo in una catena di montaggio formata da tutte le chiappe e le zinne teutoniche che si mostrano ai nostri occhi.  Se proprio vogliamo guardare bene troviamo n'anticchia di melodramma strappalacrime. Unici elementi interessanti sono  Birgit Bergen e Elisabeth Felchner, quest'ultima non "esposta" adeguatamente.