lunedì 17 agosto 2015

Claudio Vastano - Ragni





     Charles MacDermhott si desta nel suo "rifugio", una villetta a due piani con un doppio laboratorio. In quei laboratori Charles effettua esperimenti particolari. Esperimenti sui ragni.
 No, Charles non è un semplice appassionati di entomologia. Charles è un chimico e rappresenta l'ultima resistenza di Revel, una città persa dall'uomo e conquistata dai ragni. Non pensate a quelle bestioline magre e "ossute" che si muovono in cantina, ma neanche al mortale ragno violino. Tre anni prima è iniziata l'invasione dei ragni giganti. Argiopi, corridori, tarantole, ecc. Ma le migali sono le più temibili. Se un'argiope può essere grande al massimo quanto un furgone, le migali possono raggiungere i cinque metri. Una migrazione infernale le cui otto zampe stringono sempre di più le possibilità di sopravvivenza per l'uomo.
 Charles non è solo uno scienziato chiuso nella sua torre di alambicchi. Egli va a caccia di quegli esseri assurdi, per sfoltirne un po' la popolazione e per poterli studiare, in maniera da creare armi efficaci contro di loro. Ma l'idilio da Leggenda solitaria è finito. Charles deve badare alla piccola Lucia, il cui padre è stato pressato insieme alla macchina da alcuni corridori.
 Il sodalizio tra razionalità ed emotività non è nuovo negli scenari apocalittici. Il dialogo tra queste sfumature dell'animo umano risulta sempre interessante, l'importante è non banalizzarlo mai. Vastano, in "Ragni", riesce a non renderlo lacrimoso  o comunque prevedibile.
 Come spesso si verifica nelle apocalissi, l'uomo viene forgiato nella fornace di un Vulcano eccentrico. Un Vulcano che utilizza dei tempi di tempratura eccessivi. Un vulcano il cui martello batte in maniera aritmica su quel ferro vivente che è l'uomo. In questo modo legami insani si instaurano fra l'istinto di sopravvivenza e la capacità di percepire il piacere, generando un essere la cui efficacia risulta solo parziale. Un'efficacia limitata alla sopravvivenza di individui e non di una Civiltà. Ci saranno uomini la cui crudeltà supererà quella asettica, pura nella sua istintività, degli aracnidi giganti, mostrando l'irraggiungibilità dell'uomo anche nell'infliggere il dolore.
 Può essere considerato un terreno abusato, ma esso rappresenta il cardine di ogni evento traumatico generalizzato. Claudio Vastano, come Romero e Disch, non può che guardare a ciò che avvenne tra gli iperborei. Modificandolo. Plasmandolo. L'assedio per la Civiltà non è solo dall'esterno ma è anche dall'interno di essa. Dall'interno del singolo che diviene moltitudine come un virus perfetto. Un virus letale ma non per l'ospite.


Di "Ragni" ne hanno parlato anche Alessandro Girola e Nick Parisi.




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