Qui non stiamo parlando di zombie o di un'epidemia vampiresca come quella di The Strain. L'assalto è compiuto dalla natura, o per meglio dire da una propaggine zampettante della natura. L'assalto di una marea di nutrie fameliche e incazzate nella provincia italiana.
Non vi è una componente soprannaturale che pone tensione ma sicurezza. Sicurezza nella certezza di leggere un'opera di fantasia il cui salto realistico è ben duro da compiere. La presenza di quel roditore pone in dubbio la sensazione stessa di sicurezza, poiché i giochi della natura risultano spesso più inquietanti della stessa magia. A volte anche più crudeli...
Se si verificasse un incremento nella loro intelligenza e nella loro capacità di cooperare? Se l'alimentarsi con i mangimi destinati ad animali domestici inducesse uno squilibrio ormonale e un'iperagressività? Se le sostanze tossiche presenti nei diserbanti e negli anticrittogammici inducessero, mediante un'azione epatotossica, ipertensione portale e accumulo di sostanze neurotossiche con conseguenze simili a quelle già citate?
L'evoluzione di una specie aliena apre un dirupo innanzi ai piedi di colui che ha falcato la terra con il narcisismo del dominatore. Il ruggito dell'inferno nella provincia rende tutto ancora più inquietante.
Come per ogni opera del Mana, La notte della nutria si conclude con la storia di come quell'idea sia germogliata, ma anche con la narrazione delle vicende che ne hanno accompagnato la pubblicazione, con tutte le sue vicissitudini. Sì, perché le opere del Mana sono dei gioielli che vivono le stesse avventure degli eroi pulp da lui tanto amati. Eroi spesso incompresi ma che non possono non essere amati dai Veri Lettori!
Questa storia appartiene ad una serie di racconti, indipendenti e autoconclusivi, che hanno per sfondo la valle Belbo
Nessun commento:
Posta un commento