martedì 6 ottobre 2015

"Il paese del sesso selvaggio" di Umberto Lenzi






     Bradley (Ivan Rassimov) è un fotografo britannico recatosi in Thailandia per lavoro. In un bar di Bangkok viene aggredito da un uomo del luogo armato di coltello, il quale muore durante la colluttazione che ne segue (Video).  Bradley continua il suo lavoro verso l'entroterra, allontanandosi dalla città e dalla giustizia che è sulle sue tracce.
 Il personaggio di Bradley si discosta da tutti quelli che verranno utilizzati nei cannibal movie che origineranno dal film di Lenzi. Lui è un uomo di mondo, ma di un mondo diverso da quello degli antropologi, dei ricercatori o dei giornalisti che dovranno affrontare i vari divoratori di uomini. Bradley è un artista, un dandy che si muove per quelle terre con una confidenza quasi disarmante nei confronti dei locali, ma con la grazia e la follia dei viaggiatori inglesi del XIX secolo. L'uomo che diviene egli stesso opera d'arte.
  Improvvisamente però quelle terre mutano, non sono più luoghi che si prostituiscono all'uomo bianco, gentile e bello ma straniero. Estraneo.




Durante la traversata di un fiume, effettuata per fotografare alcuni pesci fluorescenti, Bradley viene catturato da una tribù. Trasportato al villaggio viene issato su dei sostegni insieme alla rete utilizzata per trasportarlo (Video). Umiliato e costretto ad assistere a torture atroci, improvvisamente vede una ragazza che lo guarda con occhi dolci e amorevoli. Grazie a Maraya (Me Me Lay), e alla sua influenza sul capo tribù, Bradley riceve un trattamento più "umano". Questo comportamento di Maraya indisporrà Karen, guerriero e suo futuro sposo.




 Il paese del sesso selvaggio focalizza la trama sulla capacità dell'uomo di adattarsi alle situazioni più estreme e di accrescere la propria forza attraverso esse. Bradley temprerà il suo corpo e il suo spirito, tendendo sempre di più il suo istinto di sopravvivenza. Egli osserverà attentamente le pratiche dei suoi carcerieri, utilizzandole contro loro stessi.




 Così come Bradley si abbevera alla fonte delle loro usanze, così Lenzi disseta lo spettatore attraverso scorci antropologici che non mancheranno di stupire o sconvolgere. Questi elementi vengono inseriti in maniera naturale, non apparendo quindi forzati e imposti. E' da notare uno splendido esempio di magia omeopatica.
 Altro elemento caratteristico dell'opera di Lenzi è la componente animale. Nei cannibal movie, specialmente nella fase iniziale, viene mostrata una natura crudele in cui lo scontro tra animali risulta costante e ininterrotto. La giungla diviene un'arena nella selezione del più adatto. Ottima introduzione per quella carneficina che avverrà ai danni dell'uomo civilizzato. Lenzi capovolge questo scontro facendolo diventare frutto del volere dell'uomo. Conseguenza del sadismo umano.
 Sono presenti, come quei film che gli faranno seguito, le violenze inferte direttamente dall'uomo agli animali, generalmente a fini alimentari. Una di queste scene ci farà venire in mente "Indiana Jones e il tempio maledetto"...




     "Il paese del sesso selvaggio" è un opera che deve molto a "A Man Called Horse" (Un uomo chiamato cavallo) film western in cui la componente rituale si fonde con l'exploitation. Simili risultano le dinamiche che vengono a crearsi all'interno della tribù, le gelosie, le inclusioni e le esclusioni. Anche nel film di Elliot Silverstein si vede lo scontro tra animali selvatici, per la precisione un coyote e un coniglio selvatico, ma il senso che ne risulta è quello della fusione positiva tra uomo e natura. Sensazione accentuata dalla comparazione tra caccia, umane e animale, e nutrizione della prole, anche in questo caso sia animale sia umana.
 Questo legame, tra il film che ha dato origine al cannibal movie e un film straniero, dovrebbe far riflettere coloro che hanno originato un muro innanzi a "The Green Inferno" (QUI la spledida recensione di Lucia Patrizi) ancor prima di vederlo. Gli intellettualoidi, che fingono ruspantezza addobbandosi come intenditori e amanti degli italici film di genere, dovrebbero conoscere lo stretto legame tra questi e le pellicole straniere, che si parli di Lenzi o di Fulci. I feedback esistono anche nel cinema, che è un ecosistema e non una provetta sigillata.
 Segnaliamo la soundtrack di Daniele Patucchi

Nella cartella Pinterest dedicata al cannibal movie troverete i poster e le immagini di molte delle opere trattate nel blog. La cartella è in continuo aggiornamento.



4 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Se non ci fossero stati registi come Lenzi il cinema italiano sarebbe molto più povero.

Ivano Satos ha detto...

Lenzi è stato un grande regista del nostro cinema, purtroppo troppo spesso oscurato dalla fama di altri.

Lucius Etruscus ha detto...

Splendido viaggio cine-antropologico: prendo appunti su appunti! ^_^
Grazie per la citazione ;-)

Ivano Satos ha detto...

Grazie a te Lucius!!! Lenzi usa lo stesso rito impiegato da Frazer per spiegare la magia omeopatica ne "Il ramo d'oro".
Quel tuo articolo lo adoro!!! Meriterebbe molto di più! ;)