lunedì 23 giugno 2014

Matteo Barbieri - L'era della dissonanza



     La staticità macroscopica degli atolli contrasta con la loro eterna dinamicità microscopica, come un brodo primordiale l'evoluzione segue cicli di continua formazione. Un uomo appare misteriosamente su uno di questi atolli come se anche lui fosse stato concepito dal quella genesi continua a cui essi sono sottoposti, rimanendovi legato in un'eterna simbiosi, in un eterno imprinting.


  Nel complesso di Barrakay, governato da un'istituzione politico-scientifica, Ostrom Quinter si aggira per il mercato dell'antiquariato facendo una scoperta che lo incuriosirà notevolmente, qualcosa che ricorda il doppelgänger...
  La leggenda tedesca del doppelgänger narra che ognuno di noi ha un sosia sulla terra ma il doppelgänger è un'immagine speculare, egli è l'antitesi. In molti miti vedere il proprio sosia è un presagio di morte... Quinter non incontrerà il suo doppelgänger in carne ed ossa ma vedrà un busto, antico di mezzo secolo, identico a lui. Questa esperienza sconvolgerebbe chiunque ma non Quinter. Almeno non dopo aver salvato, insieme alla sua equipe, un giovane disperso su di un atollo. Un giovane che è sopravvissuto per un decennio senza aver mai avuto rapporti con la società .
Quinter dovrà indagare su due fronti, il ragazzo apparso dal nulla e l'origine di quel busto. Forse le due indagini sono collegate. Forse la maledizione del doppelgänger non è la morte ma la follia. Poiché la verità a volte è una luce troppo intensa per gli occhi dell'uomo.
  Su tutto ciò grava il sospetto di un complotto. Un complotto che è stato la causa di quello sconvolgimento, detto il Segnale, che ha indotto il Vuoto Storico e causato la perdita della memoria collettiva. Un enorme foglio bianco su cui l'umanità ha dovuto riscrivere per poter tornare a vivere e sperare magari di trovare un uomo che sia rimasto immune a quel segnale. Un uomo che possa costituire un ponte verso quell'integrità storico-culturale ormai persa e porre termine ad una tirannia tecnologica il cui giogo diviene ogni giorno più stretto.


     Da un inizio visionario si passa ad un'indagine scientifica tipica di quei film di science fiction degli anni 50, ma con l'angoscia che le stranezze a cui si assiste sono di questa terra e non vi è la presenza magari anche ingombrante dei marziani che comunque sarebbe più rassicurante di questo mistero insondabile. Ma una volta che ci si avvicina alla verità è necessario agire poiché il pericolo si nasconderà nei luoghi e nei momenti più impensabili.
  Frammenti epistolari permettono di comprendere gli avvenimenti da molteplici punti di vista in maniera da diradare quelle incognite con cui l'autore ha giocato nei primi capitoli. Alcuni di questi sono scritti con tale cura da sembrare appunti antropologici di un futuro Malinowski impegnato a studiare la celebrazione di una nuova epoca.
  L'era della dissonanza, scritto da Matteo Barbieri e arricchito dall'esoterica copertina di Ksenja Laginja, è un'opera meditativa, visionaria, onirica in cui non mancano l'azione e la suspense. Un romanzo in grado di far riflettere sull'importanza della memoria come patrimonio comune di una società che troppo spesso tende a dimenticare. Una poesia sulla forza dell'uomo di rialzarsi sempre e del suo desiderio di scoprire la verità ad ogni costo.  




Nessun commento: