giovedì 30 aprile 2015

Harry Angel tra "Falling Angel" di William Hjortsberg e "Angel Heart" di Alan Parker







    New York, 1959. L'investigatore privato Harry Angel viene contattato, attraverso uno studio legale, dal signor Louis Cyphre. Il colloquio preliminare con i cliente si svolge al Top of the Six, 666 Quinta Avenue. Il cliente desidera informazioni inerenti l'ex-cantante Johnny Favorite, arruolato durante la seconda guerra Mondiale e rimpatriato per le ferite riportate durante un attacco aereo tedesco. Cyphre non è un fan di questa ex-stella del palco. Il suo fine e sapere se Johnny, ricoverato all'Emma Dodd Harvest Memorial Clinic a causa delle ferite e dello shock post-traumatico, sia ancora in vita. In caso contrario lui potrebbe impugnare un certo contratto, di cui entrambi sono stati firmatari, e riscuotere quanto gli è dovuto come garanzia per la sua attività di promozione artistica.
 Dopo aver accettato l'ingaggio, Harry si reca a Poughkeepsie per ottenere informazioni dal personale della clinica. Le informazioni che otterrà, in maniera non proprio gentile, gli mostreranno che quell'indagine assegnatagli non sarà una vera e propria passeggiata. Favorite infatti è stato prelevato da un uomo e una donna ben quindici anni prima. Ciò non può che rendere ancor più complicata la sua ricerca.
 L'elemento realmente sconvolgente è l'operazione di plastica facciale da lui subita prima che venisse ricoverato alla clinica. Rintracciare una persona scomparsa da più di dieci anni e con un volto sconosciuto risulta impossibile.
  Cinquanta dollari al giorno possono aiutare a sperare in un miracolo. Cinquanta dollari al giorno possono aiutare a diventare chiaroveggenti se le carte contemplate sono quelle del passato di un uomo. Puoi cambiarti la faccia e il nome, il passato è un piccollo Hansel che ti seguirà sempre con le sue briciole indelebili.
 Il pentacolo rovesciato splenderà su ogni personaggio che Angel incontrerà durante la sua ricerca. Disegnato su una cravatta, scolpito sulla gemma di un anello, sotto forma di ciondolo. Angel spera che ciò che fu dei pitagorici, e poi vomitato dai cristiani nella fornace dell'inferno, colleghi ognuno di loro, come il grano di un rosario maledetto, alla croce che Favorite portò sulla sua spalla martoriata.
 Angel percorre un sentiero di morte come una gallina a cui l'oscurità ha divorato la testa, un sentiero in cui il sangue dei bianchi si mesce con quello dei neri. Angel percorre un sentiero dove il diavolo del deserto israelita danza con il barone dei templi caraibici, danzando e tagliando i fili  su cui si aggrappano tutti coloro che Angel sfiorerà nella sua folle corsa verso la verità.
William Hjortsberg è un visionario titano i cui piedi caprini scolpiscono la terra, permettendo alle sue ossute mani di straziarla liberando un paesaggio sotterraneo che, come un orgia infernale, risulta popolato di personaggia assurdi. Un groviglio di corpi partoriti da una terra bagnata dalle sorgenti escrete dalle Furie. Hjortsberg libera l'America da quella patina di polvere d'oro che il dopoguerra le ha soffiato addosso con sensuali labbra rosso scarlatto. Egli mostra il crogiolo del sogno americano nutrito, e a sua volta parassitato, dall'ombra perenne che si muove tra lo sventolio delle ugole urlanti.



martedì 28 aprile 2015

"Contronatura" di Antonio Margheriti





     Inghilterra, anni '20. Una violenta pioggia accompagna l'entrata di Barret nel casinò. Ha un appuntamento con il contabile Ben Taylor. I due devono infatti recarsi a  Brighton per consegnare al giudice alcuni documenti inerenti i beni di un'eredità.
Quel viaggio interessa altre persone. A Brighton si recheranno anche Vivian, moglie di Taylor, Margareth, amica speciale di Barret, e Alfred, amante di Margareth.
Proprio Alfred ci trasmette una certa tensione. Un fremito mantenuto rigido. Celato. Vi sono dei conflitti, sia interiori sia interpersonali. Vengono solo accennati. Visti di sfuggita. Quasi riflessi. Soprattutto una certa gelosia causata dalle attenzioni che Vivian rivolge a Margareth.
 Proprio quegli sguardi saranno rifratti dall'abitacolo dell'automobile, come se fosse un prisma cavo. Sguardi a cui assisteranno tutti gli altri membri di questa pittoresca gita, originando quindi una rifrazione ancora più intenza. Quasi soffocante nella sua sensualità incontrollabile compressa da una pioggia incessante, resa aliena, minacciosa, soprannaturale. Un'escrezione biliosa che si apre come una voragine. Una voragine che diviene la mano del fato bloccandoli in una zona disabitata dove unico rifugio è uno chalet.
 Il vetusto edificio si apre innanzi a loro, mostrando mura rilevate dai frutti di un tassidermista. Al centro di questo palcoscenico di occhi vitrei, si innalzano due strani personaggi. Un uomo e un'anziana. Figlio e madre. Utriah ed Herta. La donna seduta. Le mani posate su di un tavolo. Lo sguardo fisso su di loro. In trance. Il trance di una medium.


venerdì 24 aprile 2015

La Pupa e... l'Altro: Karine Gambier in "Women in Cellblock 9" di Jesus Franco







Women in Cellblock 9 di Jesus Franco
America Latina. Il film inizia con piantante piede su cruscotto che ingolfa feticismo tropicale. Attraverso specchietto retrovisore osserviamo giunonica proprietaria. Karine (Karine Gambier) è posta su sedile di passeggero di un camion mentre altre ragazze sono ospitate sul vano carico. Apprendiamo che le donne sono costituite da una dissidente appartenente alla stessa organizzazione di Karine, Aida Moret (Aida Gouveia) , la compagna europea di un membro clandestino, Barbara Mendes (Esther Studer), e alcune semplici ragazze utilizzate per far numero e confondere i sospetti.
 Il camion viene bloccati. Tra i miliziani vi è il dottor Milton Costa (Howard Vernon), medico della prigione. Il sottofondo della "Cavalcata delle Valchirie" sarebbe adeguatissimo a tal figura. Alla discesa di Karine il suo apprezzamento travalica orbita oculare, indossando la giovenca dei mini-short che innalzano reame. Scoperto il carico puberale, il comandante Loba (Dora Doll) screma le pulzelle. Le guerrigliere vengono condotte alla prigione, mentre le semplici contadine vengono lasciate in pasto alla soldataglia.
 Giungono alla prigione durante l'appello. Particolare effetto ha l'uso del tedesco in questo momento. Tutti parlano la lingua dei crucchi, avranno forse preso il potere i sorci dell'Operazione Odessa? Il  panorama risulta ampio e variegato, succosa presenza di amerinde e caucasiche.
 Condotte al Blocco 9, vengono denudate e incatenate guinzagliamente al soffitto. Il clima tipicamente torrido dona particolare lucentezza epidermica, incentivata da pioggerellina dorata pediluvica. Dopo attesa caciocavallica, Barbara è la prima ad essere "visitata" dal dottore. Il gioco prevede la cavallina spiovente divaricante (3'). La seconda è Aida che viene sottoposta ad elettrolisi schiumante.


lunedì 20 aprile 2015

Lucius Etruscus - William Henry Ireland. Il ragazzo che fu Shakespeare




     La reale esistenza di Shakespeare, come per quella del capellone di Nazaret, ha infiammato gli storici per secoli. Se il mistero l'è un pertugio, la pazzia e la truffa son la chiave che cerca di sanare tal lasco. E sempre come per il mulonaro di Palestina, 'na calca d'omini fingeva d'esser lo drammaturgo cervaiolo.   William Henry Ireland è uno di loro... a modo suo.
 William Henry  è il figlio di un noto antiquario, cio gli permette di lavorare al riordino di alcune carte di famiglia presso lo studio di un gentiluomo. Da tal fornace, poco alla volta, risorgon documenti dimenticati recanti firma del Bardo. A continuar a scavare emergono sempre più pezzi rari e impensabili che rendon quell'antro più fecondo di una giovenca multipara.
 Gli studiosi si affannano, ansimano e scalpitano. Si affacciano. Sospirano e trasecolano. La stella del Bardo li guida verso quel tabernacolo di reliquie seducenti. Fino allo straordinario ritrovamento di un'inedita opera.
 L'Etruscus, con William Henry Ireland. Il ragazzo che fu Shakespeare, ci mostra una bellissima processione di illusione e fede distorta. Una processione in cui storia, sociologia e psicologia si fondono nel mostrare un uomo in cui la percezione risulta costante vittima di sogni e demoni. Chi sarà a gridare <<il re è nudo?>> Ma, soprattutto, chi è più nudo del re?

giovedì 16 aprile 2015

Francesco Troccoli - Ferro Sette







     Tobruk Ramareen si aggira su Harris IV, giovane pianeta che si contorce come un neonato appena sgravato. Un pianeta trasformato in una moltitudine di miniere e incastonato in un sistema dominato dalla dinastia degli Harris.
 Tobruk è un cacciatore di taglie a cui il viscido Kala, governatore del pianeta, ha assegnato una preda. Il nome di questa preda è Hobbes. Ciò che ha attivato l'interesse del governatore sono le voci riguardo alla presenza, nel sottosuolo di quel gemito neo-formato, di un laboratorio in grado di interferire con la funzione economica di Harris IV.
 Hobbes e il suo gruppo si sono lentamente liberati dal giogo di Kala Manoriel. Il legame tra quantità di ferro estratto e quantità di viveri è ormai per loro indifferente. Il gruppo riesce a vivere e prosperare riducendo sempre di più, e in maniera estrema, la quantità di beni per sopravvivere. Questa condotta sovversiva non può essere tollerata e rischia di "contaminare" le altre comunità estrattive del pianeta. Il segreto di Hobbes deve essere scoperto e distrutto ad ogni costo.
 Se Hobbes è riuscito a liberarsi dai vincoli fisiologici imposti su tutta la popolazione di Harris IV, lo stesso non può dirsi di Tobruk. Per lui Hobbes è stato come un fratello, un commilitone di cui si è sempre fidato ciecamente, ma ora è costretto a braccarlo come un cane rabbioso.
 Tobruk penetra all'interno della miniera come una lucida essenza derivante da una purificazione sistematica. Il frutto di un'evoluzione indotta in cui l'agire deriva dalla fredda liberazione di ogni traccia di umanità. Ma quella discesa non sarà un'altrui distruzione. Tobruk distruggerà le proprie certezze sprofondando in una regressione verso un retaggio dimenticato.

mercoledì 15 aprile 2015

Il bianco e nero di "Danza Macabra" e le pennellate sature di "Nella stretta morsa del ragno". Antonio Margheriti rifà se stesso dieci anni dopo.






  Il cronista Alan Foster (Georges Rivière) si reca alla taverna londinese Four Devils sperando di carpire un'intervista a Edgar Allan Poe, giunto da poco in Inghilterra. Il tormentato visionari, dopo aver raccontato  l'agghiacciante storia di Berenice, sostiene di esser un semplice rappresentante della realtà e di essere quindi privo di qualsiasi sorgente creativa. Il cronista, scettico innanzi a qualsiasi fenomeno soprannaturale, si lascia convincere da Lord Thomas Blackwood, commensale del poeta, a passare una notte in solitudine presso il suo castello di Providence.
Proprio in quella notte, a cavallo tra il primo e il due novembre, i morti torneranno nel castello per rivivere la tragica vicenda che li strappò alla vita. Nel caso in cui riuscisse a sopravviver a tal prova vincerebbe dieci sterline.
 Il soffio del vendo, che spalanca rumorosamente la finestra, si insinua nella casa come nella mente di Foster cominciando ad affievolire lentamente la luce derivante dal lume della ragione, mentre quella ambientale soccombe immediatamente a quella brezza gelida. Brezza che stira lentamente i nervi, tendendoli a poco a poco. Rumori improvvisi. Riflessi imprevisti. Cerca quasi di autoeducarsi, di adattarsi razionalmente al nuovo ambiente. Temprare la razionalità che sente fremere come sotto l'attacco di eserciti immaginari.
  Rumori improvvisi. Riflessi imprevisti. Effetti ottici... e mani che si posano dolcemente su di una spalla. Mentre Foster è intento a suonare uno spartito, viene raggiunto dalla sorella di Lord Blackwood, Elizabeth.




venerdì 10 aprile 2015

"Across The River - Oltre il Guado" di Lorenzo Bianchini






   L'etologo Marco Contrada si aggira per le selvagge e isolate foreste del Friuli. Dopo aver posizionato una trappola per volpi, lo scienziato controlla i dispositivi fotografici e le tracce lasciate dalla fauna eterogenea della zona.
 Nella sua perlustrazione scopre che una volpe e stata catturata dalla trappola posta precedentemente. L'animale viene anestetizzato e monitorato mediante un collare provvisto di  localizzatore e microcamera.
 Le immagini trasmesse dalla telecamera mostrano l'esterno di un edificio. Le mura interrotte da delle grate su cui si affaccia un sotterraneo. Il portone in legno socchiuso. L'interno con gli zoccoli dei mobili che gravano come massicci di granito. 
 L'etologo si dirige verso la zona boschiva interna in cui è presente quel rudere. La pioggia comincia a velare il percorso compiuto dallo studioso.
 La natura, prima idiliaca e screziata, mostra ora un aspetto mutato. Non solo più melanconico per quel cielo uggioso. E' come se iniziasse a sussurrare con il suo flebile respiro minaccioso. Se prima era una proiezione verso il cielo, la luce, con una scenografia convessa, ora sempra comprimere verso la terra con la sua flora concava, quasi sottoposta ad una distorsione grandangolare. Il complesso di ruderi rappresenta la giusta meta di questa metamorfosi.
 La scena, in cui Contrada si ferma ad osservare gli edifici, ricorda molto quella de L'Esorcista dove padre Merrin si pone quasi a subodorare l'entità della casa.



mercoledì 8 aprile 2015

AS Chianese & Gordiano Lupi - Filmare La Morte. Il cinema horror e thriller di Lucio Fulci





 Filmare La Morte. Il cinema horror e thriller di Lucio Fulci è un fantastico saggio scritto a quattro mani da AS Chianese e Gordiano Lupi per la Collana Cinema di Edizioni Il Foglio. L'opera prende in considerazione la filmografia horror e thriller del Maestro. Vengono quindi solo accennate, nella biografia iniziale, le commedie, i musicarelli, ma anche il western e il fantascientifico.
 La parte consistente del volume è rappresentata naturalmente dalle schede monografiche. Di ogni opera viene analizzata la trama e l'accoglienza da parte della critica. Molti stralci degli articoli o dei libri scritti dai critici hanno più valore dal punto di vista della psichiatria che non da quello della cinematografia. Dobbiamo ringraziare questi crociati fuggiti dai vincoli burocratici del Tso se il cinema di genere italiano risulta ormai decomposto.



giovedì 2 aprile 2015

Francesco Verso - La morte di Fernando Morales




     Le telecamere hanno penetrato più orifizi oscuri di un endoscopio ospedaliero. Ogni tappa dell'umano vivere è diventata terra da dissodare e arieggiare innanzi a popolazioni annoiate in cerca di proiezioni di propri cazzi, drammi e gioie. Nascite, sviluppi, appaiamenti, deflorazioni, matrimoni, adulteri, divorzi, travagli uterini e travagli proletari, siliconamenti e terapie palliative. Ogni alterazione di particella passata al microscopio della metabolizzazione della fruizione iperfagica.
 La grande signora con femore scosciato l'è sempre stata in attesa. Regista finale al di sopra di ogni palinsesto. Grande meretrice mai sfruttata... almeno fino ad ora. Un programma televisivo, La morte in diretta, ha avuto il genio primigenio di fondere il motto warholiano con l'app morte-touchscreen.
 Fernando Morales, ormai vedovo e anziano, ha deciso di sfruttare questo suo sostare solitario alla soglia per compiere il gran passo.