lunedì 18 maggio 2015

La Pupa e... l'Altro: Susan Hemingway in "Confessioni proibite di una monaca adolescente"






     Due giovincelli corrono per una selva portoghese rinascimentale. L'infoiamento causa azzoppamento del masculo inseguitore che si contorce a terra per il dolore. Maria Rosalia Coutinho (Susan Hemingway) corre al capezzale dell'ugolante ferito il quale ne approfitta per stenderla supinamente. Padre Vicente da Silva (William Berger), che ha tutto osservato nascosto dalle fresche frasche, interviene tuonando indicibili tormenti infernali e anali contro il ragazzo e convincendo la sedicenne a farsi accompagnare a casa.
 Lo fraticello sfrutta il senso di colpa e di inadeguatezza della madre di Maria, unica responsabile della fanciulla, e la convince ad affidare la figlia al convento di  Serra D'Aires. Per tutta la durata della trattativa, il sandalaio cordato riesce a spillare pure i risparmi della povera donna da utilizzare come dote, la dolce Maria osserva con languido sguardo strappa  culottes quell'uomo di Dio venuto a salvar la soa anima.
 Al convento conosce la Reverendissima Madre. La santissima donna controlla fremendo l'inobliteratezza de lo carneo sipario. La verginità è elemento essenziale per essere accolta nelle misericordiose braccia del convento, dove le novizie sacrificano la loro purezza e il loro corpo al Signore.
 Secondo passaggio di questo percorso è la confessione innanzi a Padre Vicente. Con la perseveranza di un inquisitore, il cappuccino cerca di carpire qualsiasi informazione riguardo atti impuri compiuti dalla giovane Maria. L'innocenza della ragazza crea una frustrazione pressoria che quasi induce l'esplosione di quel tabernacolo ligneo. La descrizione di un sogno, dipinto dalla dolce vocina di Maria, libera finalmente il sacchetto scappucciato con la maestria di un sommelier.






Dopo la confessione è previsto il rito della purificazione. Questo periodo, che precede la vestizione, dura tre giorni in cui la novizia deve restare chiusa nella sua stanza. Il Padre le ha inoltre prescritto l'uso del cilicio. La svestizione viene eseguita dala Reverendissima Madre, la quale dispone anche il cilicio. Esso viene posto sul seno, a diretto contatto capezzolare, e a livello ombelicale. Un'organo accompagna il posizionamento gemente e sanguinolente.
 Dopo questa scena rizzante ne segue una ancor più nerborutizzante. Osserviamo infatti  la Badessa china innanzi a un quadro in cui è raffigurato il diavolo.




Le sue peccaminose labbra pronunciano tal invocazione:
"Signore delle tenebre, unta dell'umore di rospo mi sono congiunta a te. Sposa fedele, nella buona e nella cattiva sorte, per sempre. Ho danzato nuda per la tua gloria, ho baciato il tuo piede forcuto. Ti sei unito a me sotto le spoglie di un caprone, perché ora me ne rifiuti il frutto? Perché non concepisco colui che da te ho ricevuto? Sia fatta la tua volonta Grande Satana. Tu sei il mio padrone. Io ti appartengo."
 Concludendo il tutto con il segno della croce... al contrario. La Santa donna si stende quindi a letto dove viene assistita nel suo dolore da due sorelle. Tutti coloro che da ragazzi hanno ascoltando i Death SS possono ben comprendere azione vascolare.



 Le scene di amore lesbico tra le monachelle saranno una costante del film. Spesso vedremo la  Madre Superiore accompagnare all'organo i solfeggi imenici con un'improvvisazioni di lodi a Satana. Questi suoni madrigalici non faranno che inquietare i sogni della povera Maria la quale, dopo aver tentato di comunicare i suoi dubbi alla propria madre, verrà punita severamente...




Messe nere, stupri e torture arricchiscono un'opera che spilucca un po' dal Divin Marchese ma anche da quel cinema storico-erotico tipico di quegli anni. Se in "Women in Cellblock 9" la Hemingway non poteva che esser la spalla della giunonica Karine Gambier, in questo nunsploitation viene comunque oscurata da un altro personaggio. Lo spettatore vien rapito e soggiogato da  William Berger, maestro nell'incarnare i più variegati ruoli nel cinema di genere di quegli anni. Lui esprime alla perfezione non solo il frate lussurioso e ipocrita, ma anche il naturale officiante della messa nera.





 Durante l'orrendo rito appare maglifica la scena in cui le monache ruderiche scoprono il seno slavinico strofinandovi il crocifisso che portano al collo.
La Pupa si immedesima perfettamente in quella parte alla Justine, sembra impersonare una santa tra i pagani. Un bue pio e remissivo condotto al macello. Ruolo non dissimile da quello già assunto in "Women in Cellblock 9", ma qui subentra l'attesa e la speranza verso la provvidenza divina. Questa luce, insieme a quella puerile e innocente, dona un tappeto di fiori al glorioso passo dei carnefici tapirulati da cavernicola rigidità.




In "Confessioni proibite di una monaca adolescente" il Maestro protende più verso l'erotismo psicologico e carducciano che non su quello anatomico, da ciò deriva anche la scelta di un'attrice lolitesca ma anche leggermente androgina. L'opera è una versione moderna della capinera verghiana, elementi dissacranti si fondono infatti a spunti accusatori riguardo il materialismo perverso della Chiesa e la sua misoginia.





2 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Genere che ho conosciuto e bazzicato poco probabilmente perché sepolto sotto montagne di produzioni coeve.
All'epoca magari venivano considerati di serie "Z" eppure la serie "Z" di allora in quanto a realizzazioni dà numerosi punti alla serie "A" di oggi.

Ivano Satos ha detto...

Lucius Etruscus si diverte proprio a collegare i diversi Z-movie ai nuovi blockbuster grazie a chicche che vengono riverniciate a nuovo. Scoprire questi fili è un vero spasso ;)