Matteo e Clara, giornalista e fotografa della redazione di "Arte e Viaggi", si dirigono a Torre d'Ambra per documentare il palio cittadino. Torre d'Ambra è un paesino sconosciuto posto tra Ferrara e Verona. Il link del comune risulta arido come lo sputo di un beduino e perfino il satellitare risulta miope alla sua esistenza. Come se non bastasse tutti gli interlocutori che incontrano lungo il viaggio spiccano per evasività e villanaggine. I due giovani non possono che maledire quel misterioso antiquario ferrarese che, dietro cospicua ricompensa, ha informato la redazione dell'esistenza di questo palio un po' inconsueto. Il ferrarese per render più allettante la soffiata ha fornito una ricca documentazione rappresentata dal resoconto che Ludovico Ariosto stillo, nel 1515, dopo aver presenziato a tale evento. L'Ariosto descrive la presenza di esseri fantastici e prodezze inimmaginabili.
Una volta giunti a destinazione, Matteo e Clara rimangono particolarmente stupiti. Non solo per lo stato di conservazione degli antichi monumenti, tra cui spiccano dei bastioni tardo-medioevali che circondano il paese, ma soprattutto per l'astio con cui vengono accolti dai paesani, non proprio felici di aver degli estranei nei paraggi durante il palio...
Nuovo racconto di horror chimerico partorito dalla mente di Alessandro Girola. Dopo le opere ambientate nella Valle del Flegetonte (Il Treno di Moebius, La Nave dei Folli, Biondin e i Mostri e Biondin all’Inferno, quest'ultimo in lavorazione), dimensione parallela abitata da creature da incubo, veniamo deliziati da Il Palio, racconto in cui il senso di inquietudine cresce fino a divenire insopportabile. Giunti a poco più della metà dell'opera avvertiremo un senso di disagio pensando ai futuri incubi a cui dovremo assistere fino al termine della narrazione.
I colpi di scena si susseguono, tra fughe roccambolesche, apparizioni di abomini che farebbero impallidire un Hieronymus Bosch criptozoico e deliri di onnipotenza generati da personaggi che paion usciti da un dramma esoterico di Shakespeare.
La capacità descrittiva di Alessandro Girola rende opprimente l'emergere di questi esseri. Ciò che mi viene in mente seguendo queste disertazioni anatomiche impossibili è il film Scontro di titani (Clash of the Titans) del 1981. Perché il Girola sta alla letteratura come Ray Harryhausen sta agli effetti speciali. Chi ha visto il film, e lo ha amato come me, leggendo il libro non potrà non confermare questa mia associazione.
Soundtrack Ideale: Z'ev - 50 Gates
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