VersiGuasti, collana di Kipple Officina Libraria interamente dedicata alla poesia e alla letteratura lirica in versione digitale, pubblica una visionaria raccolta poetica in cui si fondono i frutti onirici di due autori estremi, Corrine De Winter e Alessandro Manzetti.
Corrine De Winter è stata nominata per ben quattro volte al Pushcart Prize ed è vincitrice del Bram Stoker Award 2004 con The Women at the Funeral. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia e prosa, tra cui Like Eve, The Half Moon Hotel, Touching the Wound, The Women at the Funeral, A Dark Ride, Valentine, and Virgin of the Apocalypse.
In questa raccolta Corrine De Winter ci regala lacrime stillate da un sogno oscuro. Un sogno in cui il buio e il mistero assumono le sembianze di una fiaba irlandese cantata con la cadenza tipica del blues. La sofferenza e il dolore vissuti come lacrime di sangue in un golgota di spine sognanti. Essi vengono rigenerati con una coazione a ripetere che appare come una glorificazione rituale della sofferenza, come unica forma di amplificazione esistenziale e manifestazione di vita.
Squallidi appartamenti, mura di bordelli intrise di odori acidi e natura sperduta. La pelle come porta
d'ingresso del male che induce sofferenza ma anche reliquia di un amore ormai passato. La pelle riflessa da specchi che fungono da humus primordiale non solo dell'anima in essa racchiusa, ma dell'intero mondo che tale anima ha sfiorato. Lo specchio non come testimone del tempo. Lo specchio come spettatore della perdita progressiva dell'innocenza e non della sola giovinezza.
Ma ciò che è in grado di riflettere la nostra anima non è solo una superficie artificiale fredda e tesa, ciò che riflette nella maniera più reale la nostra essenza è la Natura che la De Winter disegna nelle sue poesie. La Natura come forza ancestrale e crudele. La Natura come orgoglio dell'essere. La Natura che spesso viene assopita nella femminilità su cui troppi gioghi pesano. Echi di vittime, in fiabe mai placate, risuonano come una tempesta emotiva che arano un percorso di quiete necrofila. Una quiete in cui l'emotività è celata come cenere funebre in un vaso inviolato come sacra reliquia, espressa solo nel riflesso della carta di una capinera filiare.
Alessandro Manzetti, visionario scrittore di horror, fantascienza e weird, ha pubblicato, a volte sotto lo pseudonimo di Caleb Battiago, numerosi racconti e romanzi, tra i quali, due romanzi (Naraka - L'Inferno delle scimme bianche, Shanti - La città santa), due racconti (Mictlan - Doppio Inferno, Vessel - Orrore in Terrasanta) quattro raccolte di racconti (Malanima - Storie di lame e presenze, Acrux Reloaded, Parigi Sud 5 - Il quartiere dell'Apocalisse, Limbus - Trilogia di Scarafaggi), la raccolta di interviste Monster Masters - 27 Interviste con i grandi autori horror internazionali e le antologie Naraka Kollection e Red Kollection.
Le sue opere sono caratterizzate da una prosa che spesso par tendere i confini e la linearità imposta dalla trama. La sua infatti è una creatività dirompente e lisergica. Nei suoi racconti e romanzi la poesia delle sue parole strazia il lettore come lampi di vibrazioni epilettiche, in una narcosi spesso estrema e ossessiva. Un'alienazione inquietante e disturbante.
I suoi lettori quindi non posson che immaginare la presenza, in questa raccolta, di raffiche oniriche
che con violenza corrodono le coscienze in una serie di deflagrazioni psichiche. Nulla di più spiazzante. La sua lirica risuona accogliente come il sussurro di un necroforo giunto a comporre le nostre membra scomposte, descrivendoti nel frattempo ciò che lui ha visto nelle città maledette dell'intero universo.
Le città. Si, perché dove Corrine De Winter ti sconvolge con un blues che sembra sgorgare dalla terra satura del sangue sacro e profano della Louisiana, Alessandro Manzetti origina un city blues intriso delle inquietudini dell'asfalto riarso dal sole e dalle nubi che da esso si rigenerano dopo aver bevuto la brina di umori malati.
La solitudine che galleggia come nave fantasma su barili di alcool, su donne di carne o polimeri industriali ma comunque mai genitrici di sentimenti reali.
La solitudine che quando evolve in legami tende sempre a regredire in una forma di passione alienante. La solitudine che evolve in omicidio, odio, tortura. La solitudine che si trasforma in attesa, in amore potenziale nell'attesa della Madre Morte.
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Squallidi appartamenti, mura di bordelli intrise di odori acidi e natura sperduta. La pelle come porta
d'ingresso del male che induce sofferenza ma anche reliquia di un amore ormai passato. La pelle riflessa da specchi che fungono da humus primordiale non solo dell'anima in essa racchiusa, ma dell'intero mondo che tale anima ha sfiorato. Lo specchio non come testimone del tempo. Lo specchio come spettatore della perdita progressiva dell'innocenza e non della sola giovinezza.
Ma ciò che è in grado di riflettere la nostra anima non è solo una superficie artificiale fredda e tesa, ciò che riflette nella maniera più reale la nostra essenza è la Natura che la De Winter disegna nelle sue poesie. La Natura come forza ancestrale e crudele. La Natura come orgoglio dell'essere. La Natura che spesso viene assopita nella femminilità su cui troppi gioghi pesano. Echi di vittime, in fiabe mai placate, risuonano come una tempesta emotiva che arano un percorso di quiete necrofila. Una quiete in cui l'emotività è celata come cenere funebre in un vaso inviolato come sacra reliquia, espressa solo nel riflesso della carta di una capinera filiare.
Alessandro Manzetti, visionario scrittore di horror, fantascienza e weird, ha pubblicato, a volte sotto lo pseudonimo di Caleb Battiago, numerosi racconti e romanzi, tra i quali, due romanzi (Naraka - L'Inferno delle scimme bianche, Shanti - La città santa), due racconti (Mictlan - Doppio Inferno, Vessel - Orrore in Terrasanta) quattro raccolte di racconti (Malanima - Storie di lame e presenze, Acrux Reloaded, Parigi Sud 5 - Il quartiere dell'Apocalisse, Limbus - Trilogia di Scarafaggi), la raccolta di interviste Monster Masters - 27 Interviste con i grandi autori horror internazionali e le antologie Naraka Kollection e Red Kollection.
Le sue opere sono caratterizzate da una prosa che spesso par tendere i confini e la linearità imposta dalla trama. La sua infatti è una creatività dirompente e lisergica. Nei suoi racconti e romanzi la poesia delle sue parole strazia il lettore come lampi di vibrazioni epilettiche, in una narcosi spesso estrema e ossessiva. Un'alienazione inquietante e disturbante.
I suoi lettori quindi non posson che immaginare la presenza, in questa raccolta, di raffiche oniriche
che con violenza corrodono le coscienze in una serie di deflagrazioni psichiche. Nulla di più spiazzante. La sua lirica risuona accogliente come il sussurro di un necroforo giunto a comporre le nostre membra scomposte, descrivendoti nel frattempo ciò che lui ha visto nelle città maledette dell'intero universo.
Le città. Si, perché dove Corrine De Winter ti sconvolge con un blues che sembra sgorgare dalla terra satura del sangue sacro e profano della Louisiana, Alessandro Manzetti origina un city blues intriso delle inquietudini dell'asfalto riarso dal sole e dalle nubi che da esso si rigenerano dopo aver bevuto la brina di umori malati.
La solitudine che galleggia come nave fantasma su barili di alcool, su donne di carne o polimeri industriali ma comunque mai genitrici di sentimenti reali.
La solitudine che quando evolve in legami tende sempre a regredire in una forma di passione alienante. La solitudine che evolve in omicidio, odio, tortura. La solitudine che si trasforma in attesa, in amore potenziale nell'attesa della Madre Morte.
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