Non so se oggi la raccolta differenziata sia reale o sol ideale. Una cosa è certa. Come nei paesi disastrati in cui lo Stato non è in grado di fornir servizi adeguati, anche in Italia un esercito di cittadini volenterosi, o non-cittadini volenterosi, hann fatto proprio il riutilizzo del dismesso. Un esercito di persone, come moderna via crucis, passan per le vie che conducon alle varie stazioni. Edicole sacre son i cassonetti. Il lor rovistare è visto spesso di mal occhio. Motivi igienici, di decoro, ecc. Ma il vero motivo è la gelosia di ciò che s'è pur rifiutato. Come una spasimante racchia evitata e ora fiorita, la monnezza appare più bella in mano d'altri e la gelosia abbaglia cercando giustificazioni che non colpiscan l'orgoglio.
Con questi ricordi e pensieri mi sono accinto a legger "Livido" di Francesco Verso.
Con questi ricordi e pensieri mi sono accinto a legger "Livido" di Francesco Verso.
Francesco Verso descrive un futuro in cui la tecnologia dismessa risulta adattata all'ambiente come un'entità biologica dominante, diffondendosi in ogni luogo come silicia mucillagine. Un mondo contaminato. Un mondo sommerso da una tecnologia abbandonata
come la figlia disconosciuta di una coppia facoltosa. L'eterna ricerca
del più recente e del più affidabile genera un esercito di figli della
colpa che divengono preda delle industrie di riciclaggio, come la
Reserve, o degli ultimi che popolano la megalopoli, i trashformer. Un futuro in cui il kipple si innalza come un totem sull'intera esistenza di queste iene del reflusso consumistico.
Peter è un trashformer. Ha tredici anni. E' piccolo. Smilzo. Ma soprattutto è compresso. E' come se i suoi nervi, stretti stretti tra pelle e ossicine, fossero ancor più vibranti per l'angustia del corpo che li ospita. Peter freme come la coda mozzata di una lucertola. E' pura emozione somatica. Il suo volto è un anemone che si apre al minimo tocco mostrando il suo cromatismo interiore. Peter è livido.
In una delle sue scorribande in cerca di rifiuti ha perso il braccio ed una gamba. Triturati come marciume inutile. Gli arti artificiale che hanno riempito tal mancanza non fanno altro che aumentar il suo senso di inadeguatezza. L'amore frustrato per la perfezione ed il bello, in quella nebbia di bruttume, è focalizzato su Alba, una ragazza che spia con i suoi lucidi occhi.
Il senso di inutilità di Peter contrasta con l'orgoglio e la superbia del fratello. Charlie usa come stendardo la propria sicurezza per mantener coesa e avida la sua banda, i Dead Bones. Quella di Peter è una famiglia alienata in cui il collante è la pazzia della madre che come uno stucco acido mantiene e corrode i due fratelli.
Una notte Peter vede la banda del fratello aggredire e violare la povera Alba. Il suo cuore innamorato assiste a qualcosa di inimmaginabile. Alba non è un essere umano in carne e ossa. Alba è una nexumana. La sua mente è stata caricata su un supporto informatico in maniera tale da migrare in un corpo artificiale e contrastare l'inesorabile tempo. Quel corpo artificiale viene ora smembrato ed i suoi resti venerati dispersi tra quei cinnici teppisti per esser rivenduti e poter pagare bevute narcotizzanti.
L'amore di Peter può stringer solo la testa della sua amata, recuperata dalla discarica come inutile scarto di un bottino insano. Da quel giorno il suo unico pensiero sarà quello di ricomporre il corpo di Alba.
Il senso di inutilità di Peter contrasta con l'orgoglio e la superbia del fratello. Charlie usa come stendardo la propria sicurezza per mantener coesa e avida la sua banda, i Dead Bones. Quella di Peter è una famiglia alienata in cui il collante è la pazzia della madre che come uno stucco acido mantiene e corrode i due fratelli.
Una notte Peter vede la banda del fratello aggredire e violare la povera Alba. Il suo cuore innamorato assiste a qualcosa di inimmaginabile. Alba non è un essere umano in carne e ossa. Alba è una nexumana. La sua mente è stata caricata su un supporto informatico in maniera tale da migrare in un corpo artificiale e contrastare l'inesorabile tempo. Quel corpo artificiale viene ora smembrato ed i suoi resti venerati dispersi tra quei cinnici teppisti per esser rivenduti e poter pagare bevute narcotizzanti.
L'amore di Peter può stringer solo la testa della sua amata, recuperata dalla discarica come inutile scarto di un bottino insano. Da quel giorno il suo unico pensiero sarà quello di ricomporre il corpo di Alba.
Un romanzo di formazione grottesco e inquietante. Una discesa agli inferi tra sciacalli del pattume, torturatori di esseri biotecnologici, obitori, manicomi, alla ricerca non solo di un amore idealizzato ma anche di se stessi. La ricerca di un qualcosa per non sentirsi, a propria volta, inutile palta. Perché la ricerca continua di una nuova utilità degli oggetti abbandonati stride col proprio senso di inutilità ed a volte l'utilità è possibile solo associando se stessi ad un obiettivo, un'idea, un'ossessione, una donna, una nexumana.
Il contrasto con una giungla di beni in cui offerta, promozione e sconti, risplendono come addobbi natalizi di compensazione di vuoti interiori e di giustificazioni per vite parassitate da percorsi vuoti e quotidiani. Addobbi che aggraziano nel loro pattume potenziale il cui conto alla rovescia inizia a ritroso. Non al momento dell'acquisto o della messa in esposizione e commercio. Il conto alla rovescia è attivato già al momento dell'ideazione del bene. Conto alla rovescia che incalza con il ritmo cronologico e pregeriatrico degli acquirenti.
Francesco Verso in "Livido", oltre che a toccare tematiche come l'ecologia e la vita artificiale, punta un riflettore sulla disgregazioine della corporeità. In un mondo in cui il corpo diviene mezzo di integrazione e sviluppo, o scalata, sociale la sua disgregazione mentale riflette l'abnorme ruolo assegnatogli. Il corpo è simile ad un oracolo, da esso noi speriamo di carpire il nostro destino e successo, e quegli elementi "alterati" li disconosciamo come rifiuto biologico. Corpi macellati ed esposti, classifiche di distretti e complessi su vetrine illuminate al neon.
Dissezione che comincia già alla personale epifania. Reparto Maternità. Grumosi parenti accavallati come gambe vogliose. Occhi aperti. Midriasi. Attenti a coglier difetti d'altrui geni e beltà dei propri. Dal tenue "E' vigoroso come tuo suocero" al più barocco " E' senza culo come quella piallata di tua nuora". Risatine sommesse e sguardi cagneschi.
Ma l'apoteosi è ben altra. La nascita di un dio nordico, in more famiglie come la notte, è un faro che abbaglia a tal punto da far perder la coscienza. Cordoni umani si forman per innalzare la nascita di tal bellezza ariana. Si contendon parentele con iperborei colossi. Bisnonne e trisavole inseminate da conquistatori teutonici e navigatori scandinavi. Sembra la Norimberga del '35. "La difesa della razza" vien distibuito come partecipazione battesimale e alberi genealogici vengon potati e innestati in una botanica eugenetica postuma. La forza del pelo amelaninico.
Ma la dissezione continua come scure affilata dal tempo. Adolescenza che arcua nasi, toglie carne da dove serve per metter dove se ne farebbe a meno. Come si reprimon i pensieri foschi così si disseziona e disconosce il proprio corpo, dando origine ad un complesso distorto dell'arto fantasma. Dove il mutilato sente dolore e sensazioni di un arto ormai perso, così chi non accetta la propria integrità corporea vive una coabitazione forzata con un ammennicolo malato nell'assurda speranza ch'esso cada come la coda di una lucertola. Ma a volte la lucertola vede sostituir la propria coda da un'appendice abnorme. Un appendice che di certo non favorisce la sua libetà scattante...
Dopo tal mio delirio non posso che consigliar vivamente "Livido" di Francesco Verso. Un'opera capace di disturbare, di far ridere ma soprattutto di far riflettere. Livido è scritto magnificamente e par un'opera fantascientifica partorita dalla mente visionaria di L.F. Céline o di Dai Sijie. Ossessiva, violenta, oscena e dolce.
PS Le opere che illustrano l'articolo sono di Bernard Pras, genio in grado di creare la bellezza dalla monnezza. Prima di chiamare i vigili urbani per disperder frequentatori di cassonetti ricordatevi di lui e delle sue opere.
Segnalo l'ottimo articolo pubblicato dal Girola sul blog Plutonia Experiment riguardo all'umana tendenza all'Accumulo.
Soundtrack ideale: Erik Satie - Piano Works
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