domenica 27 settembre 2015

"Ultimo mondo cannibale" di Ruggero Deodato






   Un biplano atterra su una pista situata nella foresta dell'isola filippina di Mindanao. Oltre al pilota, Charlie, scendono a terra Robert (Massimo Foschi), ricercatore della compagnia petrolifera,  Rolf (Ivan Rassimov), antropologo della spedizione, e Swan, assistente del gruppo.
 Dopo il brusco atterraggio, i membri dell'equipaggio avranno un'ulteriore brutta sorpresa. Il campo base risulta infatti deserto e razziato, sono inoltre presenti tracce di lotta. Rolf, osservando un'arma primitiva sporca di sangue, capisce che il campo è stato attaccato da una tribù rimasta all'età della pietra. 
 Robert resta sconvolto e si addentra all'interno della foresta, costringeno Rolf a seguirlo. Ormai persi dentro quel groviglio di vegetazione, i due uomini scoprono la presenza di un cadavere divorato. Ritrovano la via per tornare alla pista quando è ormai prossima la notte, costringendo il gruppo a pernottare sul luogo. 
 I corpi e le caratteristiche della lancia fanno sospettare a Rolf la presenza in quell'isola di una popolazione misteriosa, i Manago. I suoi sospetti sono particolarmente gravi per loro, visto che quella è una tribù di cannibali. Gli ultimi cannibali rimasti al mondo che forse li stanno spiando proprio in quel momento...




 Swan, uscita dall'aereo per un bisogno impellente, sparisce nel nulla dopo aver terrorizzato gli uomini con un urlo agghiacciante. Con le prime luci dell'alba, Charlie, Robert e Rolf, danno inizio alle ricerche, interrotte dalla morte del pilota a causa di una trappola. Quel corpo straziato non è nulla rispetto a quello che vedranno quasi celato dalla vegetazione, ovvero i selvaggi che si contendono i resti di Swan. I loro denti che masticano quella donna generano un suono il cui eco non è altro che un conto alla rovescia per i due sopravvissuti.




 La foresta diviene una spirale di suoni e colori che aggredisce e strega con la sua pluralità di elementi.  Ma ad aprirsi innanzi ai nostri occhi non sarà solo la fitta flora di questo inferno verde. Deodato squarcia la terra che come un melograno mostra i suoi elementi interni, qui costituiti da una miriade di esseri antropofagi. Una moltitudine di corpi che glorifica la potenza della Madre Terra, di cui diviene viva membrana protettiva e nutritiva. Anticorpi e villi che con la maestosità della loro pura crudeltà difendono la terra ristabilendo quasi il diritto di possesso. Quegli uomini, che contribuiscono alla disidratazione del suolo dal suo sangue nero, vengono ora divorati da quei guardiani inconsapevoli.




 Deodato dà origine a una virata epica della storia, a tratti quasi omerica. Vi sono momenti in cui viene sprigionata la potenza rituale della popolazione primitiva e la sua componente sopita nell'uomo civilizzato.
 Proprio il conflitto tra queste due entità costituisce il fulcro su cui si basano i cannibal movie del regista potentino.  L'uomo civilizzato è sempre detentore del male, che sia attivo attraverso il sadismo o l'assenza di empatia, come in "Cannibal Holocaust" e "Inferno in diretta", o passivo attraverso la sua collaborazione con multinazionali, come in "Ultimo mondo cannibale". Il cannibale  diviene quell'ostacolo divino, il Satana del Pentateuco, posto dalla Natura/Dio nei confronti del Male. Ciò tesse quasi un legame tra Deodato e  Larry Fessenden. Entrambi i registi inseriscono nelle loro opere degli ostacoli contro l'egoismo dell'uomo, volto nei confronti del macrocosmo della natura o nel microcosmo delle interazioni umane.




 Come in tutti i cannibal movie, l'opera presenta degli intervalli costituiti da scontri tra animali diversi. Queste scene però non sono come spesso avviene concentrate nella parte iniziale, preannuncio alla lotta per la sopravvivenza che i personaggi dovranno affrontare, ma sparse nell'opera. La loro cacofonia funge ancor più da elemento destabilizzante per il fruitore e per i personaggi travolti da quel mondo. Tali episodi costituiscono un elemento funzionale, oltre che estetico, dell'opera.
 Il vero tabù oggi è proprio quello di rappresentare, se pure in forma naturalmente simulata, la lotta tra gli animali selvatici e la loro uccisione, a volte anche ludica, da parte dell'uomo. Il confronto emotivo tra l'effetto di queste scene e quello delle torture inflitte all'uomo, quest'ultime oggi ormai saturanti, non può che indicare la maggior capacità delle prime di indurre un disagio travolgente. Questo elemento disturbande, tipico del genere, non può essere trascurato da nessun cannibal movie.






 Nel film sono presenti sia Me Me Lai sia Ivan Rassimov, entrambi interpreti del film "Il paese del sesso selvaggio", opera di cui parleremo prossimamente. Proprio "Ultimo mondo cannibale" doveva costituire il seguito del film di Lenzi, ma il rifiuto del regista, dovuto a un chachet ritenuto non adeguato, portò la produzione a  reclutare Deodato per la sua direzione.

 Nella cartella Pinterest dedicata al cannibal movie troverete i poster e le immagini di molte delle opere trattate nel blog. La cartella è in continuo aggiornamento.





3 commenti:

Ivano Satos ha detto...

Grazie Mille Cassidy!!! Ricambio l'acquolina che mi hai fatto venire tu con la serie "Hannibal" ;)

Lucius Etruscus ha detto...

Ehhh, devo assolutamente recuperare questi gioiellini, film vistucchiati alla rinfusa troppo tempo fa: userò il tuo blog come navigatore ^_^

Ivano Satos ha detto...

Onoratissimo Lucius!!! Spero di essere all'altezza ;)