giovedì 2 aprile 2015

Francesco Verso - La morte di Fernando Morales




     Le telecamere hanno penetrato più orifizi oscuri di un endoscopio ospedaliero. Ogni tappa dell'umano vivere è diventata terra da dissodare e arieggiare innanzi a popolazioni annoiate in cerca di proiezioni di propri cazzi, drammi e gioie. Nascite, sviluppi, appaiamenti, deflorazioni, matrimoni, adulteri, divorzi, travagli uterini e travagli proletari, siliconamenti e terapie palliative. Ogni alterazione di particella passata al microscopio della metabolizzazione della fruizione iperfagica.
 La grande signora con femore scosciato l'è sempre stata in attesa. Regista finale al di sopra di ogni palinsesto. Grande meretrice mai sfruttata... almeno fino ad ora. Un programma televisivo, La morte in diretta, ha avuto il genio primigenio di fondere il motto warholiano con l'app morte-touchscreen.
 Fernando Morales, ormai vedovo e anziano, ha deciso di sfruttare questo suo sostare solitario alla soglia per compiere il gran passo.

  Fernando saltella da una subodorazione emotiva ad un'altra. Egli assorbe passioni altrui stimolando i neuroni specchio dell'emotività. Sembra quasi che questa scelta estrema sia dovuta più al desiderio di vivere il feedback passionale originato dal suo gesto che non per vivere il coinvolgimento diretto di questa liberazione. Un modo per sentirsi vivo nella morte.

 Francesco Verso dà origine ad una splendida rappresentazione grottesca della spettacolarizzazione dell'intimità e della prostituzione incondizionata della vergogna. La preparazione dell'evento si trasforma in un'urna in cui sfociano le assurdità generate sia dalla troupe sia dall'aspirante salmastro. Un'opera ironica in cui il finale...








4 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Bella presentazione che hai fatto del libro di Verso.

Ivano Satos ha detto...

Grazie Mille Nick ;)Ora sto leggendo e-Doll. Francesco Verso mi ha letteralmente stregato dopo Livido e devo recuperare un po' delle sue opere :)

Bruno ha detto...

Bel libro, Livido. Alcuni hanno detto che ci son troppe schifezze, e non hanno tutti i torti, ma è una storia molto valida.

Ivano Satos ha detto...

Condivido in pieno Bruno! Livido è un'opera molto estrema, ma Verso riesce a plasmare un romanzo che va al di là della semplice frattaglia disturbante. Egli unisce una trama avvincente e un linguaggio visionario ad un pugno nello stomaco. Francesco Verso e Germano M. sono capaci di osare e colpire il lettore in maniera travolgente e "olistica".