Dopo
21 giorni di pioggia incessante, loro apparvero nel garage di Teddy
Garnett. Teddy è un anziano figlio del vecchio West Virginia, legato
alla sua casa dopo avervi vissuto per trenta anni. Ne la pioggia
infinita ne la Guardia Nazionale sarebbero riusciti a smuoverlo dalla
sua terra. Lui avrebbe resistito. In fondo non si trova sulla costa.
L'intera area costiera degli Usa era scomparsa. Inghiottita dalle
acque. Lui era al sicuro nella sua solida casa costruita in montagna
nel West Virginia.
Ma il
quarantunesimo giorno le cose cambiano. Cambiano lentamente. Piccoli
indizi. Segnali soffusi. Sottili anzi. "Sottili" come un
verme che saettando dal terreno verso il cielo divora un piccolo
dolce pettirosso. Sottili come quei filamenti bianchi che
improvvisamente rivestono gli alberi e perfino gli animali del bosco
che circonda la casa di Teddy. Sottili
avvisaglie che diventano moltitudine nel suo garage trasformando il
pavimento in un mare tumultuoso su cui tutto vibra come isole
vulcaniche.
Teddy quindi non è più solo sulla montagna. Non per la
presenza di un'orda di lombrichi ma sopratutto per l'arrivo di Carl,
suo vecchio amico riuscito a sopravvivere al diluvio assassino.
Per
Teddy è una vera fortuna poiché da qui in poi le sorprese si
succederanno velocemente e tumultuosamente. Case di conoscenti
divorate dalla melma, salotti con tracce di sangue e bava di lumaca,
buchi nel terreno come se vi fosse passata una mucca strisciante...
I vermi conquistatori
non è un romanzo geriatrico. Teddy appare inizialmente come un
vecchio artrosico disperso nei ricordi, che affiorano a flash nel
romanzo, ma ben presto la sua forza e la sua capacità di adattamento
riesce a spianare le rugosità della sua personalità. Come molti
anziani la sua interazione con la realtà, intesa nel senso del tempo
presente ma anche passato, è passivamente comica.
Non
è un romanzo geriatrico ma neanche un paradiso senile. La tensione e
la suspense ci sono e fremono le nostre
fondamenta, come se quei vermi cresciuti a red bull e steroidi
stessero raggiungendo i nostri deretani seduti in postura di lettura.
Leggo spesso 2 o 3 libri contemporaneamente e questo ho avuto
difficoltà a metterlo in stand-by. I colpi di scena si susseguono, e
come in ogni romanzo apocalittico il pericolo non viene solo
dall'elemento distruttivo protagonista ma anche da ciò che l'uomo
diviene sotto la pressione degli eventi. Non mancheranno quindi i
"tipi strani apocalittici" che con la loro psicopatologia
renderanno ardua la sopravvivenza dei Giusti, personaggi anch'essi
essenziali per gli scenari da anno zero poiché se di essi non vi
fosse traccia applaudiremmo a questo Dio geloso che semina
distruzione e morte senza distinguer tra fertile e sterile.
Soundtrack Ideale: Brian Eno - Thursday Afternoon
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