mercoledì 9 luglio 2014

Brian Keene - I vermi conquistatori



    Dopo 21 giorni di pioggia incessante, loro apparvero nel garage di Teddy Garnett. Teddy è un anziano figlio del vecchio West Virginia, legato alla sua casa dopo avervi vissuto per trenta anni. Ne la pioggia infinita ne la Guardia Nazionale sarebbero riusciti a smuoverlo dalla sua terra. Lui avrebbe resistito. In fondo non si trova sulla costa. L'intera area costiera degli Usa era scomparsa. Inghiottita dalle acque. Lui era al sicuro nella sua solida casa costruita in montagna nel West Virginia.
 Ma il quarantunesimo giorno le cose cambiano. Cambiano lentamente. Piccoli indizi. Segnali soffusi. Sottili anzi. "Sottili" come un verme che saettando dal terreno verso il cielo divora un piccolo dolce pettirosso. Sottili come quei filamenti bianchi che improvvisamente rivestono gli alberi e perfino gli animali del bosco che circonda la casa di Teddy. Sottili avvisaglie che diventano moltitudine nel suo garage trasformando il pavimento in un mare tumultuoso su cui tutto vibra come isole vulcaniche.
  Teddy quindi non è più solo sulla montagna. Non per la presenza di un'orda di lombrichi ma sopratutto per l'arrivo di Carl, suo vecchio amico riuscito a sopravvivere al diluvio assassino.
  Per Teddy è una vera fortuna poiché da qui in poi le sorprese si succederanno velocemente e tumultuosamente. Case di conoscenti divorate dalla melma, salotti con tracce di sangue e bava di lumaca, buchi nel terreno come se vi fosse passata una mucca strisciante...
  I vermi conquistatori non è un romanzo geriatrico. Teddy appare inizialmente come un vecchio artrosico disperso nei ricordi, che affiorano a flash nel romanzo, ma ben presto la sua forza e la sua capacità di adattamento riesce a spianare le rugosità della sua personalità. Come molti anziani la sua interazione con la realtà, intesa nel senso del tempo presente ma anche passato, è passivamente comica.
  Non è un romanzo geriatrico ma neanche un paradiso senile. La tensione e la suspense ci sono e fremono le nostre fondamenta, come se quei vermi cresciuti a red bull e steroidi stessero raggiungendo i nostri deretani seduti in postura di lettura. Leggo spesso 2 o 3 libri contemporaneamente e questo ho avuto difficoltà a metterlo in stand-by. I colpi di scena si susseguono, e come in ogni romanzo apocalittico il pericolo non viene solo dall'elemento distruttivo protagonista ma anche da ciò che l'uomo diviene sotto la pressione degli eventi. Non mancheranno quindi i "tipi strani apocalittici" che con la loro psicopatologia renderanno ardua la sopravvivenza dei Giusti, personaggi anch'essi essenziali per gli scenari da anno zero poiché se di essi non vi fosse traccia applaudiremmo a questo Dio geloso che semina distruzione e morte senza distinguer tra fertile e sterile.

Soundtrack Ideale: Brian Eno - Thursday Afternoon 





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