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Acri 1084. Caldo e accogliente come tutti i porti del mediterraneo. I
colori del mercato tra nobili e poveri, urla e risa, bestemmie e
richiami. Ma quelle che circondan Vessel non sono urla di cupidigia.
Non sono urla che bramano denaro. Sono urla di vendetta. Un
quattordicenne fiammingo. Il seno di una prostituta drogata esposto
come ricca coppa di dolce miele. Il morso di Vessel per Cook, ricco
mercante inglese, vale una vita. Ma il golgota sarà legato al
delitto. La vita di Vessel tra fauci di cani.
- Assedio
di Antiochia 1098. Uomini che come belve dissotterrano compagni
d'armi ormai morti divorando i loro resti, inorridendo gli stessi crociati oltre ai nemici
mussulmani. I tafir, iene senza guinzaglio, si nascondono tra le
ombre della Terrasanta dominati solo da Vessel lo sfregiato e dalla
sua sete di vendetta.
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Gerusalemme 1099. Il regno del Califfo si erge su di una Gerusalemme
soggiogata mentre i crociati accampati come avvoltoi osservano
l'impalatore di giovani cristiani creare un tappeto umano di resti
sodomitici. Vessel e lì come in letargica attesa che le mura aprano
il loro orifizio alla sua follia.
Libere associazioni come lampi onirici. Puro surrealismo che come lampada stroboscopica assottiglia all'inverosimile il conscio dal
celato liberando incubi atavici. Caleb Battiago con Vessel ci sottopone ad una seduta
psicanalitica il cui fine non è il rientro frustrato tra i canoni
sociali imposti e temuti. Il fine è quello di proiettarci come lame
di carne e spirito, cuneo majakovskiano, su rotondità di un'umanità
ormai soggiogata dalla follia più oscura.
Soundtrack ideale: LCB & SVART1 - HARAM WOUNDS
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