mercoledì 17 settembre 2014

Lucia Patrizi - My Little Moray Eel




    Un romanzo di formazione in cui viene narrato il legame tra una bambina e il mare. Ci sembrerà di essere cullati dalle parole di Lucia Patrizi, ipnotiche come placide onde. Ricordi d'infanzia affioreranno dalla bianca spuma come doni del mare. 
 Qui il mare non è il limpido liquido amniotico che preserva e prepara alla conoscenza del mondo reale. Il mare diviene il mondo reale con il quale entrare in simbiosi. Una simbiosi molto particolare.
 Sara, la protagonista dell'opera, ha un dono. Un dono speciale. Lei riesce a comunicare con i pesci che si affollano ebbri della sua presenza. Un dono che impara a gestire e vivere.
 Ma il mare, con il quale Sara instaura quel legame unico, è qualcosa di ermetico rispetto a quello che conosciamo noi. Nelle sue acque vi sono creature di cui non riusciremmo neanche ad immaginare l'esistenza, e proprio con una di queste che Sara stringerà un'amicizia indelebile. Una murena gigante diviene l'amico simbolo di questo nuovo mondo, di questa nuova casa. 
 Un percorso educativo che abbraccia non solo Sara e la murena gigante, impegnati in un rapporto fatto di dolce fusione e difficile adattamento, ma gli stessi genitori di questa bimba speciale, divisi, a loro volta, tra amore e paure genitoriali. Una sfumatura tra ambienti e realtà diverse che appare affascinate.
 Le profondità dell'oceano risultano però fin troppo vive, e questo "compromesso" familiare si trasformerà in una convivenza globale ben più ardua e dai risvolti drammatici.

 Lucia Patrizi crea una carica empatica talmente forte da trasformarci in una superficie riflettente. Ma ad annegare dolcemente, in questo specchio di emozioni, non sarà un vanitoso Narciso bensì noi stessi, persi irrimediabilmente nell'introspezione in cui lei ci accompagna. Questo induce il dolce sussurro di Lucia Patrizi. Un'indagine psicologica sul rapporto con l'altro, la difficile scalata verso la comprensione di ciò che è diverso e, a volte, temuto.

In My Little Moray Eel l'attesa della crescita muta nell'attesa imminente di una catrastrofe. Attesa, che quando si stratifica nella sua stasi divenendo quasi sibilo quotidiano, viene squarciata di netto da mani disarticolate che ti donano l'orrore distillato dai millenni di sfida tra l'uomo e il mare. Un orrore di salsedine e di azoto decomposto che diviene annebbiante come i fumi di una solfatara.
Un'apocalisse che si affaccia in forma epistolare, scarnificandoti l'anima, erodendola con i salti temporali e l'angoscia cronologica del parto della fine del mondo.  
  Lucia Patrizi è un po' come quella murena. Una creatura speciale che ci colmerà di magnifiche emozioni.




William Basinski - Watermusic II



 Ogni capitolo del romanzo corrisponde ad una canzone che vi accompagnerà nel fantastico viaggio creato da Lucia Patrizi. Vi segnaliamo una possibile soundtrack alternativa, magari da utilizzare solo per accompagnare la lettura di questa recensione. L' immagine di Watermusic II racchiude un po' il legame di Sara.






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