Quando questo romanzo venne indicato da urania
come prossima pubblicazione nel lontano gennaio del 2010 fu accolto
dal pubblico come horror, fantahorror, fusionSF, ecc. ancor prima di
essere messo in vendita e quindi letto. Fiumi di battute sono state
generate per richiamare Urania ad una più stretta fedeltà alla pura
SF tralasciando le troppo diffuse commistioni di generi .
Colpa del titolo? Forse della stupenda copertina di Franco Brambilla?
Non saprei ma di certo in questo romanzo di horror non vi è la più
minima traccia.
Ammetto
di essere un appassionato di fantascienza apocalittica ed anche di
musica dark e death rock... Forse proprio queste mie debolezze mi
hanno portato a cercare su ebay questo titolo ricco di depressed men
e tipi vestiti a nero come ad un concerto dei Bauhaus o dei Joy
Division.
In
quest'opera Oppegaard ipotizza un futuro in cui la popolazione
mondiale viene decimata da una misteriosa pandemia chiamata
Disperazione. Il suicidio si diffonde come un male oscuro e i corpi
ormai inanimati delle vittime di questo folle e incontrollato istinto
di autodistruzione vengono prelevati da tetri personaggi avvolti da
un mantello nero. Dopo ogni suicidio i parenti delle vittime
attendono il violento rimbombo meccanico che segna l'arrivo in
elicottero dei macabri pulitori e osservano come placidi bovi il
saccheggio di quelle spoglie care.
Norman, il protagonista del romanzo, dopo una mattinata di pesca trova la moglie suicida stesa sul letto. Il dolore per la perdita viene soffocato dalla consapevolezza che presto il suo corpo verrà trafugato dagli uomini in nero. Norman non è un placido bove. Norman non attende paziente. Norman appartiene a quella categoria di americani pronta ad imbracciare il fucile, o magari un arco, per difendere i propri cari. I predatori giunti nella sua proprietà dovranno infatti accontentarsi di trasportare il corpo di un loro collega decapitato da un colpo di fucile.
Dopo una
veloce sepoltura, unico mezzo per far desistere i Predatori da
ulteriori tentativi, Norman e Pops, suo anziano amico e vicino,
decidono di partire consapevoli che quel colpo di fucile darà
origine ad una reazione a catena incontrollabile. Come meta scelgono
Seattle, non per cercare di redimere dalle tendenze suicide i
sopravvissuti ad una precedente ondata suicida, il grunge, ma per
verificare la presenza di un centro di resistenza in cui è in atto
la sintesi di un antidoto anti-Disperazione.
Il libro
risulta molto scorrevole, molta importanza viene data alla psicologia
dei vari personaggi, alla loro disperazione e ai rapporti umani che
si instaurano nel lungo viaggio che verrà intrapreso dal
protagonista. Il viaggio è un elemento fondamentale dei romanzi
apocalittici, del resto durante un'apocalisse che cavolo fai fermo in
uno stesso luogo? Certo se hai un bunker provvisto di tutti i comfort
possibili e immaginabili... però sai che palle! Soprattutto per il
lettore. Anche se un bel coniglio potrebbe movimentare la
situazione...
Tornando
al libro in questione, senza scomodare Giacomo Gardumi, il viaggio
verso Seattle permette di incontrare quei personaggi tipici e
caratteristici che si creano e si sviluppano solo dopo una bella
catastrofe. Particolari in questo romanzo risultano essere dei
samurai maniaci sessuali dediti a funerali orgiastici.
Non è certmente paragonabile a Gomorra e dintorni di Disch ma è una bella e originale variazione sul tema dell'apocalisse.
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