mercoledì 18 giugno 2014

La Pupa e... l'Altro: Dyanne Thorne




    
    Dopo il post dedicato a Sigourney Weaver parliamo ora di un attrice che può ben rappresentare la Pupa ed anche la Bestia. Quest'essere sublime rappresentante la dualità diabolica e sadica non può che esser Dyanne Thorne, esaltazione degli ossimori. Solida e burrosa. Vittima e carnefice. Segregatrice e liberatrice. Fredda e calorifera. Agglomerato di umori intimi.
Oltretutto è una splendida occasione per ricordare qualche pellicola di nazisploitation, exploitation, splatter-erotica, women in prison...






    Nel 1975 interpreta Ilsa la belva delle SS (Ilsa, She Wolf of the SS), questo film nazisploitation darà origine ad una trilogia che comprenderà Ilsa, la belva del deserto (1976) e La tigre del sesso (1977).
Ilsa è una dottoressa nazista che tra vari esperimenti seleziona masculi vigorosi per un futuro di montatori. L'inizio è subito caratterizzato da una dominate cavalcata implorante con tic lacrimale e scatti mollari di lunga durata con conseguente doccia pittorica ed evirazione mediante rachiotomo del caval ormai zoppato.
La nostra PitBall indossa un camice bianco con fascia nazista e scollatura epigastrica.
Gli elementi sadici sono rappresentati da fustigazioni a morte eseguite da soldatesse a seno nudo, vibratore con armatura spiraliforme elettrizzante, bollitura disossante, una donna nuda con un cappio al collo in bilico su un blocco di ghiaccio posto su di un tavolo durante una cena.











    Un anno dopo viene girato Ilsa la belva del deserto (Ilsa, Harem Keeper of the Oil Sheiks)'. Come molti ex nazisti anche Ilsa trova un rifugio, non in Usa o in Urss ma in Arabia.
Il suo compito e quello di educare alla schiavitù le ragazze rapite per il soddisfacimento di un ricco sceicco arabo. Da tre casse vengono tirate fuori una ricca ereditiera, un'attrice scandinava e una campionessa ippica.
Interessanti risultano eccitante combattimento tra le due guardie etiopi di Ilsa e un baffuto soldato con nervosità di lucidi muscoli d'ebano, i passaggi educativi di massaggio, lucidatura di bocce, depilazione e cunnilingus, la copula saffica tra le due etiopi e la punizione di Ilsa che poi scatenerà la vendetta...
Le torture sono una sdentatura a scalpellate, la pressatura del seno, un piede divorato dalle formiche, una fuck machine col botto, un uomo bruciato vivo










    Sempre del 1976 è Greta, la donna bestia (Haus ohne Männer - ). Classico Women in Prison questo film si differenzia dai tre del ciclo Ilsa oltre che per il genere anche per una più sana concorrenza tra Dyanne Thorne e le altre attrici. Ma elemento realmente caratterizzante è la regia di Jesús Franco che rende questo film di gran lunga migliore rispetto a quelli che compongono la trilogia di Ilsa.
Greta dirige una clinica psichiatrica in America Latina tra torture e contrabbando di video snuff ma la sorella di una delle tante vittime decide di indagare dall'interno. Il film comincia con Greta che in mugugno orgasmico si immerge in una vasca piena di acqua facendo intuire presenza di Mugil cephalus, in contrapposizione, il regista, effettua panoramica su sala docce delle povere recluse che vi sono ammassate e ignude. La fantastica Tania Busselier dà il meglio di se già durante la disinfestazione boschiva. Altra attrice interessante risulta Lina Romay specialmente per i ruoli passivi, dopo un fantastico massaggio si ha una masteopuntitura, assolti con Greta e per quelli attivi con le compagne, magnifica la lavatura a cui costringe la Busselier con una lingua dolce ma decisa e conseguente lotta viscilante.
Greta appare in poche scene degne della sua potenza, oltre a quella saffica con Lina, in una con il capo della polizia segreta è avvolta in una luce di tonalità rossa che ben risalta la curvatura fine e aggraziata
Per quanto riguarda la parte più golgotica vi sono, lavaggi vaginali corrosivi, cicatrizzazione oculare, una terapia di gruppo con esperimento di vera psicologia applicata, soffocamento con bustina e una scena di cannibalismo.











Nel 1977 torna ad interpretare Ilsa in La tigre del sesso (Ilsa, the Tigress of Siberia) ambientato nel 1953. Ilsa lavora in un gulag con il compito di effettuare il lavaggio del cervello ai nemici del popolo.
Il film si apre con un cranio spappolato con un unico colpo di martello, preferendo un inizio splatter a quello hot usato in precedenza. Ma Ilsa non aspetta molto e dopo una festa alcolica si ha un double rilassante, il threesome si ripete particolarmente nel film.
Il golgota qui comprende oltre alla martellata già citata, una partita di braccio di ferro con motoseghe come dissuasori.
Rappresenta il più fiacco tra tutti i film di Ilsa.





Nessun commento: