Il
dottor Jacques-Joseph Moreau è un alienista che dopo aver studiato,
tra il 1937 e il 1940, gli effetti del consumo di hashish in
Egitto, Siria e Asia Minore, decide di fondare a Parigi un
particolarissimo club, il Club des Hashischins. Di questo club fanno parte Victor Hugo, Alexandre Dumas, Eugene
Delacroix, Gérard de Nerval, Théophile Gautier, Honoré de Balzac
e Charles Baudelaire.
All'interno
di questa congregazione l'hashish viene utilizzato al fine di
esplorare i misteri dell'alienazione e poter potenziare, o
"supernaturalizzare", le loro creazioni artistiche. Ma le
ultime visione portano con se un'inquietante creatura
soprannominata Hors-Là. Da allora vengono seguiti da esseri che
cercan di apparire umani ma che sembran come se la melma decomposta
della Senna, incubata in tutti questi secoli, fosse riemersa insieme
ad una forza atavica preumana.
La
sicurezza dei membri del club ormai risulta una priorità essenziale
e chi meglio di Baudelaire può assolvere a questo scopo? Chi meglio
di lui può essere illuminato da visioni profetiche in grado di
dissipare il timore di pericoli futuri? Una sentinella ottunta
affetta da priapismo con dipendenze e senso della morale che
farebbero tremare il misericordioso Ezechiele. Una sentinella che
sarà necessario tenere ben stretta, poiché i poeti sono fedeli solo
alle tentazioni.
Ma Moreau, intelligente e scaltro, è bravissimo nell'identificare le debolezze altrui per poterlo poi spingere verso la sua volontà. Non che con Baudelaire ci voglia tanto, immerso tra puttane ed oppio l'unica cosa di cui può aver bisogno sono solo i soldi. Una montagna di soldi. Per poter ottenere quei soldi Baudelaire dovrà sopravvivere a scenari vetusti, agghiaccianti gemelle, risse in bettole descritte con la perfezione di un chiaroscuro rinascimentale ed esseri immondi dagli occhi ipnotici.
Moreau
sembra un commissario Maigret con le capacità atletiche di Steven
Seagal e circondato da scherzi della natura. Un Maigret che si muove
nella Parigi dei poeti maledetti, una Parigi nel cui dedalo appaiono
edifici sconosciuti e pericolosi nemici come se fosse un tessuto
vivente in continua evoluzione. Un tessuto in cui le immonde e
putrescenti escrezioni vengono riversate all'interno come se fossero
prodotte da ghiandole esocrine invaginate e impazzite. Creature
uscite dall'inferno in grado di controllare la mente sia dei vivi sia
dei morti, albini acrobati esperti di savate, vampiri torturatori,
criminali che tessono tele infinite, poliziotti corrotti...
Opera
magnifica di Samuel Marolla questo "Il Club degli Hashishins"
risulta imperdibile, sprazzi di comicità esilarante con un
Baudelaire che sembra un Groucho Marx inconsapevole della sua forza
umoristica, a volte la coppia Baudelaire-Moreau appare come Philippe
Noiret e Ugo Tognazzi in "Amici miei". Mi par inutile dir chi fa la
parte del Mascetti. Ma dalla spassosità al terrore più puro il
balzo è rapidissimo lasciandoci un sorriso paralitico appeso sul
viso. Già in "Imago Mortis" avevamo assistito allo stridio
piacevole e riposante tra tensione e allegro rilassamento con le
gesta di Ghites assistito da un decerebrato Mister Mojo ma qui il
deragliamento non è preceduto da stridii e fontane di scintille. La
tragedia si presenta come un lampo e al suo termine possiamo solo
controllare di esser ancora vivi rimanendo a contemplare la follia
che ci circonda.
Una
volta terminato non ci resta che attendere tra le puttane e i fumi dell'oppio il
prossimo ebook poiché questo è solo il primo episodio del
feuilleton "Il Club degli Hashishins". Speriamo
di non indebitarci troppo nell'attesa.
Soundtrack ideale: Niccolò Paganini - 24 Capricci
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