L'opera ha inizio con una discussione tra due amici, Andrea Venier e
Gino Valle, su ciò che sarebbe successo se Garibaldi avesse
accettato l'invito di Lincoln di guidare l'esercito nordista durante
la Guerra Civile. La discussione verte principalmente sulle
alterazioni a carico della storia americana, la risoluzione più
veloce del conflitto grazie al genio italico, e non su quelle,
certamente più vaste, che avrebbero colpito la nostra penisola. Lo
sceneggiatore Valle si reca in California e riuscendo a piazzare il
suo progetto ucronico convince il più esperto Venier a trascorrere
le vacanze estive in America e ad accettare il ruolo di consulente
storico per il film "Garibaldi a Gettysburg".
Dopo
un'estate passata in California il nostro studioso di Garibaldi
torna finalmente nella sua amata Venezia e alla sua tranquillità
lagunare. Dopo un lungo riposo di 12 ore nel suo appartamento
ripercorre finalmente quelle strade libere dal caos ma... colme di
scritte in tedesco e bandiere austriache! Andrea continua a vagare
per quelle strade cercando una spiegazione a quei cambiamenti
assurdi. Uno scherzo? La scenografia di un film? Ma sarà proprio
Cristina, la sua fidanzata, a chiarire tutti i suoi dubbi: "Ma
certo che siamo in Austria. Il Veneto e il Trentino sono provincie
austriache, o meglio unità federate, Bundesland insomma. E tu
l'hai sempre saputo, povero amore mio."
Non
risulta di certo più rincuorante la risposta di Gino che
dall'America non solo conferma la posizione di Cristina ma rincalza
illuminando l'amico sull'esperienza americana di Garibaldi: "Andrea,
ma ti senti bene? Proprio tu vieni a farmi certe domande! Ma certo
che la Guerra l'ha vinta il Sud! Vuoi forse prendermi in giro? O
credi che in America ci sarebbero ancora gli schiavi se la guerra
l'avessero vinta i Nordisti?"
Se
l'assenza di Garibaldi, partito per l'America per contrastare i
secessionisti, ha causato la creazione di un'Italia mutilata,
contemporaneamente, la sua partecipazione alla Guerra Civile, ha
sconvolto le sorti della nazione più potente e ricca del Mondo. La
razionalità di Andrea gli impedisce di abbandonarsi alla follia ed
egli decide di comprendere meglio la sua irreale situazione grazie
all'aiuto di uno scrittore di fantascienza con ottimi gusti per le
pipe...
Da
questo punto si ha una svolta nel rapporto pagine/minuto, se fino al
nono capitolo le pagine volavano con la semplicità e il piacere di
una brezza ora vengono guidate da un tifone. L'ucronia e gli universi
paralleli vengono rifocillati dall'assurdo kafkiano, alla paranoia
che osserva con occhi distorti attraverso le fredde lenti della
burocrazia teutonica fanno seguito agenti segreti,
fughe rocambolesche, viaggi
intercontinentali e... e
punto se
no si capisce.
Si
ha un continuo susseguirsi di colpi di scena e il cardiopalmo
risulterà un fedele compagno di lettura. Ogni
certezza che vi sarete creati verrà inequivocabilmente smembrata.
Saranno così
tante le prove che
Andrea dovrà
superare da farlo sembrare
quasi un personaggio della serie Prison break.
Un'ucronia originale e mai banale
che consiglio vivamente. E' un piacere leggere un libro di
fantascienza ambientato in Italia, ambientazione che riguarda la
maggior parte dell'opera, con uno stile di scrittura tipicamente
italiano.
1 commento:
oooooh yeah
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