domenica 1 giugno 2014

Pierfrancesco Prosperi - Garibaldi a Gettysburg



    L'opera ha inizio con una discussione tra due amici, Andrea Venier e Gino Valle, su ciò che sarebbe successo se Garibaldi avesse accettato l'invito di Lincoln di guidare l'esercito nordista durante la Guerra Civile. La discussione verte principalmente sulle alterazioni a carico della storia americana, la risoluzione più veloce del conflitto grazie al genio italico, e non su quelle, certamente più vaste, che avrebbero colpito la nostra penisola. Lo sceneggiatore Valle si reca in California e riuscendo a piazzare il suo progetto ucronico convince il più esperto Venier a trascorrere le vacanze estive in America e ad accettare il ruolo di consulente storico per il film "Garibaldi a Gettysburg".
 Dopo un'estate passata in California il nostro studioso di Garibaldi torna finalmente nella sua amata Venezia e alla sua tranquillità lagunare. Dopo un lungo riposo di 12 ore nel suo appartamento ripercorre finalmente quelle strade libere dal caos ma... colme di scritte in tedesco e bandiere austriache! Andrea continua a vagare per quelle strade cercando una spiegazione a quei cambiamenti assurdi. Uno scherzo? La scenografia di un film? Ma sarà proprio Cristina, la sua fidanzata, a chiarire tutti i suoi dubbi: "Ma certo che siamo in Austria. Il Veneto e il Trentino sono provincie austriache, o meglio unità federate, Bundesland insomma. E tu l'hai sempre saputo, povero amore mio."

 
 Non risulta di certo più rincuorante la risposta di Gino che dall'America non solo conferma la posizione di Cristina ma rincalza illuminando l'amico sull'esperienza americana di Garibaldi: "Andrea, ma ti senti bene? Proprio tu vieni a farmi certe domande! Ma certo che la Guerra l'ha vinta il Sud! Vuoi forse prendermi in giro? O credi che in America ci sarebbero ancora gli schiavi se la guerra l'avessero vinta i Nordisti?"
 Se l'assenza di Garibaldi, partito per l'America per contrastare i secessionisti, ha causato la creazione di un'Italia mutilata, contemporaneamente, la sua partecipazione alla Guerra Civile, ha sconvolto le sorti della nazione più potente e ricca del Mondo. La razionalità di Andrea gli impedisce di abbandonarsi alla follia ed egli decide di comprendere meglio la sua irreale situazione grazie all'aiuto di uno scrittore di fantascienza con ottimi gusti per le pipe...
 Da questo punto si ha una svolta nel rapporto pagine/minuto, se fino al nono capitolo le pagine volavano con la semplicità e il piacere di una brezza ora vengono guidate da un tifone. L'ucronia e gli universi paralleli vengono rifocillati dall'assurdo kafkiano, alla paranoia che osserva con occhi distorti attraverso le fredde lenti della burocrazia teutonica fanno seguito agenti segreti, fughe rocambolesche, viaggi intercontinentali e... e punto se no si capisce.
 Si ha un continuo susseguirsi di colpi di scena e il cardiopalmo risulterà un fedele compagno di lettura. Ogni certezza che vi sarete creati verrà inequivocabilmente smembrata. Saranno così tante le prove che Andrea dovrà superare da farlo sembrare quasi un personaggio della serie Prison break.
 Un'ucronia originale e mai banale che consiglio vivamente. E' un piacere leggere un libro di fantascienza ambientato in Italia, ambientazione che riguarda la maggior parte dell'opera, con uno stile di scrittura tipicamente italiano.